Il Tirreno

Imprevisti sulla via delle urne - L'editoriale

Luigi Vicinanza
Imprevisti sulla via delle urne - L'editoriale

Gentiloni sembra predestinato a reggere ancora le redini del governo se dalle urne non dovesse scaturire una solida maggioranza parlamentare

26 novembre 2017
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Calendario alla mano - ragiona un parlamentare - restano al massimo 15 giorni utili per approvare le ultime leggi in discussione tra Camera e Senato. Poi Mattarella firma lo scioglimento e tutti a casa. Auguri. A parte le norme finanziarie c'è poco spazio per approvare leggi di cui si discute da tempo come lo ius soli, il fine vita e lo stop al telemarketing selvaggio, campagna del nostro giornale.

Gentiloni sembra predestinato a reggere ancora le redini del governo se dalle urne non dovesse scaturire una solida maggioranza parlamentare. Il capo dello Stato è orientato a indire le elezioni nei primi 20 giorni di marzo. Domenica 4 o domenica 11 le date possibili. Se i sondaggi valgono qualcosa, al momento nessuno dei tre schieramenti - centrodestra, Pd più eventuali alleati, M5S - è in maggioranza nel Paese e quindi in grado di esprimere un proprio esecutivo. Sempre secondo i sondaggi, anche eventuali strane coalizioni non avrebbero numeri sufficienti per governare.

Da più parti dunque si evocano campi mai esplorati in Italia: in caso di paralisi del Parlamento si ipotizzano uno scioglimento rapido e nuove elezioni in giugno. Voto e rivoto, in appena 4 mesi. Mai accaduto prima, ma nelle democrazie occidentali stiamo assistendo a fenomeni imprevisti. Imprevedibile, per restare in casa nostra, la resurrezione politica di Berlusconi di nuovo al centro del dibattito malgrado i suoi fallimenti. Imprevedibile la pervicacia con cui Renzi si ostina a sottrarsi all'analisi delle ragioni di una sconfitta storica, il referendum di un anno fa, riproponendo la formula della Leopolda più nostalgica che rottamatrice.

Imprevedibile il perdurante consenso verso i cinquestelle nonostante la manifesta incapacità di governare. Imprevedibile il silenzio di Bersani, D'Alema & c. sul tonfo del 2013 quando avrebbero dovuto vincere e si accucciarono sulla "non vittoria". Imprevedibile, nonostante i sondaggi, il voto degli italiani. Il voto vero. Che ancora conta. Buona domenica. 

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