Il Tirreno

Bandiera neonazista nella caserma dei carabinieri. Individuato un giovane militare - Video

Dalla finestra della caserma si intravede la bandiera neonazista (Fotogramma dal video di "Il sito di Firenze)
Dalla finestra della caserma si intravede la bandiera neonazista (Fotogramma dal video di "Il sito di Firenze)

Firenze, il servizio de "Il sito di Firenze" mostra chiaramente una bandiera neonazista appesa in un ufficio della caserma Baldissera. Informata la procura militare: nei guai un giovane di 23 anni del 6° Battaglione Toscana che si scusa. "Non sapevo fosse un simbolo nazista, sono anche appassionato di storia"

02 dicembre 2017
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FIRENZE. E' stato individuato e denunciato all'autorità giuidiziaria militare un carabiniere accusato di aver esposto la bandiera tedesca del secondo Reich nella caserma dei carabinieri Baldissera a Firenze. Si tratta di un giovane del 6° Battaglione Carabinieri Toscana, è lui, come accertato dai vertici dell'Arma, che occupa la camerata in cui è spuntata la bandiera. "La vicenda è stata immediatamente oggetto di accertamenti da parte della scala gerarchica, che ha già informato l'autorità giudiziaria militare, avviando l'esame della posizione disciplinare dell'interessato per il grave comportamento posto in essere". Così si legge in una nota dei carabinieri dello stesso 6° Battaglione. I carabinieri hanno rimosso la bandiera subito dopo la segnalazione.

La scoperta, rivelata in un servizio de “Il sito di Firenze”, è stata denunciata in un video pubblicato il 2 dicembre del giornalista Matteo Calì. Nel filmato si vede chiaramente all'interno della Baldissera una bandiera utilizzata dai gruppi neonazisti di tutta Europa. Un vessillo simbolo di idee di ultradestra che si basano su razzismo e antisemitismo. Che nulla hanno a che vedere con i valori dell’Arma.  

"Probabilmente non è stato commesso nessun reato militare, ma c'è un problema disciplinare e un grande problema culturale": lo ha detto al Giornale Radio Rai il procuratore militare Marco De Paolis, che ha gi avviato un' indagine sulla vicenda. "Al momento, sulla base delle informazioni che abbiamo ricevuto, non c'è nulla che faccia pensare alla violazione di una norma penale militare. Però ho dato disposizioni affinché si verifichi se invece vi siano gli estremi per configurare un qualche reato", ha detto De Paolis a RaiRadiouno.  "La norma secondo la quale è reato esporre un vessillo che evochi il nazismo vale per i civili e non specificamente per i militari", spiega ancora De Paolis, per il quale dunque il militare di Firenze potrebbe essere indagato dalla procura ordinaria ma non da quella militare. "Penso che sia più un grande problema di natura disciplinare e culturale - aggiunge il procuratore - la questione è capire cosa significa un simbolo del genere, soprattutto per un militare, e credo che ci sia da interrogarsi sulla formazione culturale dei giovani prima e dei militari poi".

Il ministro della difesa Roberta Pinotti ha chiesto al comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, generale Tullio Del Sette, "chiarimenti rapidi e provvedimenti rigorosi" su tutta la vicenda. "La Repubblica Italiana e la sua
Costituzione - ha detto il ministro Pinotti - si fondano sui valori della Resistenza, sulla lotta al fascismo e al nazifascismo. Chiunque giura di essere militare lo fa dichiarando fedeltà alla Repubblica, alle sue leggi e alla Costituzione. Chi espone una bandiera del Reich - ha aggiunto ancora Pinotti - non può essere degno di far parte delle Forze Armate essendo venuto meno a quel giuramento".

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"I carabinieri sono un simbolo della sicurezza della nostra comunità - prosegue Pinotti -. Per questo è ancora più grave l'esposizione della bandiera nazifascista all'interno di una caserma dei Carabinieri. Ho già chiesto al Comandante generale - ha concluso Pinotti - chiarimenti rapidi e provvedimenti rigorosi verso i responsabili di un gesto così vergognoso".

La caserma Baldisserra, che si trova sul lungarno Guglielmo Pecori Giraldi, non lontano dal centro storico di Firenze, ospita il VI Battaglione carabinieri Toscana e gli uffici del comando regionale.

LE SCUSE DEL CARABINIERE

«È stata una leggerezza, non sapevo che quella bandiera fosse un simbolo dei neonazisti». Avrebbe spiegato così il carabiniere del sesto battaglione nella cui camera è stata affissa la bandiera di guerra della marina del Secondo Reich. Il militare, 23 anni, originario di Roma, afferma anche di non essere un neonazista e di essere un appassionato di storia, soprattutto del periodo durante il quale quel vessillo, acquistato su internet, fu usato. «Mi sono iscritto alla facoltà di storia dell'Università La Sapienza di Roma e voglio laurearmi». Arrivano, poi, anche le scuse. «Se ho violato i regolamenti chiedo scusa».

"L'esposizione della bandiera neonazista dentro la caserma Baldissera dei carabinieri di Firenze è intollerabile. Non è solo uno sfregio a uno dei simboli della sicurezza della nostra comunità: l'Arma dei Carabinieri. Ma è anche e soprattutto un colpo al cuore dei valori sui quali si fonda la Repubblica italiana". Così in una nota congiunta Anpi, Arci e Cgil Firenze.  "L'Arma dei Carabinieri - si legge ancora - ha dato molto alla storia d'Italia e in particolare alla storia della Resistenza. Come non ricordare i tre martiri di Fiesole" o "il contributo dato alla Liberazione di Firenze dall'Arma dei Carabinieri?  Per questo lo sgomento è più forte. In un periodo, poi, in cui nella nostra città e in tutta la Toscana l'estrema destra si sta ritagliando spazi sempre più ampi e la risposta delle Istituzioni non  è sempre all'altezza della sfida. Dobbiamo interrogarci - conclude la nota - non solo su chi ha esposto quella bandiera, ma anche su chi, prima che divenisse di dominio pubblico, ha visto ed ha taciuto, ha visto e ha lasciato correre. Deve essere fugata ogni ombra in questa faccenda. Chiederemo al più presto un incontro al prefetto di Firenze, Alessio Giuffrida".

Indignata l'associazione Italia-Israele di Firenze: "L'esposizione in una camerata della caserma dei carabinieri 'Baldissera' di Firenze di una bandiera imperiale germanica, abitualmente usata dai gruppi neonazisti in Germania proprio perché in quel Paese sono severamente vietati i simboli esplicitamente nazisti - commenta l'associazione  - è un episodio che non può essere sottovalutato. I carabinieri sono uno dei presidi della nostra democrazia: se tra di loro ci sono infiltrazioni neonaziste, devono essere subito stroncate".

"Firenze città medaglia d'oro della Resistenza non può accettare che si espongano simboli neonazisti, tanto più in una caserma dell'Arma: condanniamo fermamente l'episodio ed auspichiamo che vengano presi quanto prima provvedimenti esemplari nei confronti della persona che si è resa protagonista di questo squallido gesto". Lo afferma in una nota la vicepresidente del Senato Rosa Maria Di Giorgi.  "L'esposizione del vessillo, noto come icona degli ambienti neonazisti, tanto più all'indomani dell'attacco squadrista portato avanti da un gruppo di naziskin a Como, rappresenta uno sfregio alla nostra coscienza ed alla nostra storia: guai a sottovalutare l'episodio". "Siamo certi che l'Arma dei Carabinieri, di cui conosciamo la ferma ed assoluta dedizione democratica, saprà fare quanto prima chiarezza al proprio interno. Allo stesso tempo - conclude Di Giorgi - chiediamo a tutte le forze politiche di unirsi nello sdegno e nel fermo rigetto di qualsiasi tentativo volto a normalizzare ideologie aberranti sconfitte dalla storia cui in alcun modo va lasciato oggi nuovamente spazio".

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