Il Tirreno

M5s, l’ex renziano di ferro sfida Renzi nel collegio - Video

di Mario Neri
Nicola Cecchi
Nicola Cecchi

Nicola Cecchi era un fan del segretario Pd, ora dice: «Se lo conosci lo eviti». I 5 Stelle buttano nella mischia anche l’ex procuratore capo di Firenze Nannucci

31 gennaio 2018
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VIDEO. Nicola Cecchi: "Matteo è un amico, ma ho cambiato idea"

FIRENZE. E pensare che ce l’avevano messa tutta per scrollarsi di dosso il complesso del dilettante, quell’ansia da prestazione e incompetenza. L’ex procuratore capo di Firenze Ubaldo Nannucci, prof universitari, ricercatori, l’anti-Schettino Gregorio De Falco, volti civici dell’impresa smart, ecologica e ganza, inflessibili tutori dell’ordine che si professano «giustizialisti», tipo l’ex ispettore Digos e investigatore antimafia Renato Scalia, sfidante designato di Luca Lotti. Eccoli i candidati dei collegi grillini in Toscana, la carica dei bravi, esperti e competenti. Invece zac. Si apre una crepa nella mappa pentastellata, un pasticcio-bisticcio. Sì perché contro Matteo Renzi si batterà un ex militante dem. Esatto, proprio così. Nicola Cecchi, fiorentino e vicepresidente dell’associazione toscani nel mondo, l’alfiere scelto dal Movimento 5 stelle per lanciare la sfida al cuore del renzismo, è stato un renziano di ferro. Appena un anno fa si batteva per la riforma boschiana, postava articoli tipo “Il Movimento 5 stelle è fuorilegge?” e cronache dalla Leopolda. Nel giorno del grande tsunami politico dell’ex premier, lui era nelle truppe del Sì.

VIDEO. Di Maio sulla candidatura di Cecchi

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Bastano un paio di agenzie intorno alle 19 a far ruggire il segretario dem: «Mi fa piacere che i 5 stelle, trovandosi a corto di candidati, prendano i nostri – soffia sul fuoco Renzi – Mi spiace per gli elettori grillini, magari ci restano male. Cecchi, come altri ex Pd, sembra uno di quei giocatori che non ce l’hanno fatta in prima squadra e vanno a farsi le gambe altrove». Gelido, spietato. Un piccolo pasticcio che fa esplodere la base nelle chat e nel corso della giornata fa supporre che scatti per il fiorentino un’epurazione immediata simile a quella andata in scena per l’ammiraglio in congedo Rinaldo Veri. Luigi Di Maio lo porta sul palco del Tempio di Adriano a Roma, lui giura di fronte alla platea «non sono un politico di professione», poi si scopre essere un consigliere comunale a Ortona, eletto in una lista in appoggio al Pd. Ma niente. Su Cecchi il M5s fa scudo. «C’è una bella differenza fra un eletto e uno che un tempo aveva la tessera e poi, proprio dopo aver conosciuto le dinamiche renziane, decide di cambiare. È un paradigma dell’Italia che può cambiare rotta. Nicola è entusiasta di essere con noi», dice il deputato Alfonso Bonafede, anche lui in corsa sull’uninominale e numero due del cerchio magico stellato.

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Non passa neppure mezz’ora. Cecchi ribatte a Renzi: «Sono stato iscritto al Pd e dopo aver visto ciò che è diventato con Renzi ne sono uscito deluso e amareggiato, come molti altri iscritti ed elettori di centrosinistra. Se conosci il Pd di Renzi, lo eviti», scrive su Facebook. E aggiunge: «Col senno di poi, dopo la delusione per un premier che dice di dimettersi in caso di sconfitta e poi non lo fa, non rifarei quella scelta». Eppure sui social monta la protesta. «I candidati all’uninominale: suicidio-omicidio» del M5s, scrive Laura Giorgi su Facebook aggiungendo il link alle liste pubblicate sul Blog delle Stelle. La candidatura di Cecchi non è l’unica nel mirino. Pure Scalia si scopre aver corso nel 2014 in una lista in appoggio a quella di Dario Nardella per Palazzo Vecchio. «Non vìola le regole», garantiscono i 5 Stelle. Sugli uninominali ci finiscono molti ripescati dalle Parlamentarie.

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Ritrova una chance Sara Paglini, la senatrice carrarese uscente. Correrà a Lucca-Massa e dovrà vedersela con il forzista Massimo Mallegni e il plenipotenziario renziano Andrea Marcucci. Ma è proprio il profilo di Cecchi a infiammare gli attivisti. Tutti a ricordare che Nicola è figlio di Felice, che fu storico esponente Dc e per anni presidente di Ataf, uno dei primi a sostenere l’ascesa renziana. «Ma nessuno ricorda che con me difendeva i cittadini contrari alla Tav in tribunale», dice Bonafede. Prova a uscirne Nicola: «È dura ammettere “mi sono sbagliato”. Il passo successivo è stato mettermi al servizio del Paese» e «sono felice di essere con il M5s. Mi ha accolto per il lavoro fatto per la mia Toscana nella Assemblea dei Toscani nel Mondo e sarà un piacere continuare a promuovere l’immagine di questa terra meravigliosa, che politicamente non è solo la regione di Verdini, Renzi, Boschi».

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