Il Tirreno

Versilia

Anagrafe antifascista, il sindaco di Stazzema a Salvini: «Ti aspettiamo dai nostri morti»

di Melania Carnevali
Anagrafe antifascista, il sindaco di Stazzema a Salvini: «Ti aspettiamo dai nostri morti»

Il leader della Lega aveva irriso l'idea di un'anagrafe contro il fascismo con una battuta: "Anagrafe? Per me c'è solo quella canina"

11 febbraio 2018
4 MINUTI DI LETTURA





STAZZEMA. All’odio si risponde con la tolleranza. Lo insegna (ancora una volta) Stazzema, il comune dell’eccidio di Sant’Anna, quello che ha lanciato l’idea dell’anagrafe antifascista derisa poi da Matteo Salvini («l’anagrafe io la lascerei per l’anagrafe canina»). Il Comune reagisce infatti a quelle parole, ma lo fa a modo suo: aprendo le porte al leader del Carroccio.

[[atex:gelocal:il-tirreno:regione:toscana:1.16447110:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.iltirreno.it/toscana/2018/02/07/news/salvini-anagrafe-antifascista-di-stazzema-io-lascerei-quella-canina-1.16447110]]

«Spesso si offende quello che non si conosce ed è questo che combattiamo – scrive il sindaco Maurizio Verona al leader del Carroccio –: magari troverà il tempo per farci una visita». Ma gli schiaffi della tolleranza arrivano da tutta Italia. Subito dopo le dichiarazioni di Salvini, il contatore degli iscritti all’anagrafe inizia a girare all’impazzata. Cento, duecento, mille, duemila. In una notte e in un pomeriggio si registrano quattromila persone, otto volte tanto la media dei giorni precedenti. E Stazzema diventa all’improvviso una città di quasi 23mila abitanti (virtuali) antifascisti (reali).

«L’impennata di iscrizioni che si sta registrando all’anagrafe antifascista dopo le sue parole è l’unica risposta che Salvini merita», commenta lo scrittore viareggino Giampaolo Simi, che si è iscritto all’anagrafe scrivendo «ho sperato a lungo che non ce ne fosse mai più bisogno. Purtroppo non è così».

E non è l’unico uomo di cultura ad averlo fatto. Si sono iscritti anche Leonardo Pieraccioni, Carlo Lucarelli, lo scrittore Loriano Macchiavelli, Andrea Scanzi. E poi Marcello Lippi, il ministro Luca Lotti, la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso. E tanta gente comune. Studenti, operai, medici, insegnanti, albergatori. Giovani e anziani. C’è pure chi non ha il computer e per registrarsi ha fatto di tutto: ha chiamato il Comune e lo ha supplicato di iscriverlo lo stesso «perché io devo esserci per forza, io ho accolto gli americani sbarcati in Sicilia», ammette un signore siciliano nato nel 1922.

[[atex:gelocal:il-tirreno:versilia:cronaca:1.16374662:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.iltirreno.it/versilia/cronaca/2018/01/20/news/stazzema-pieraccioni-si-iscrive-alla-citta-antifascista-per-me-e-un-onore-1.16374662]]

I neo abitanti antifascisti arrivano da tutta Italia: Firenze, Milano, Roma in testa, Livorno, Pisa, Massa. Ma c’è poi tanta Sardegna e tanto estero, tra Argentina, Egitto, Israele, Brasile, Venezuela, Belgio, Spagna, Francia e altri paesi europei. Sono soprattutto italiani emigrati, ma poi ci sono anche gli “stranieri stranieri”. Pure tedeschi, tra cui un giornalista del Der Spiegel (che pubblicherà presto un articolo su Stazzema) e uno studente che ha proposto al Comune di tradurre la piattaforma in tedesco «o almeno in inglese, perché tutti in Germania dovrebbero iscriversi».

Ieri il contatore degli iscritti ha continuato girare per ore, e intanto arrivavano messaggi di condanna e solidarietà. «È da ricercare nel linguaggio d’odio, nelle bestialità dette ieri da Salvini sull’anagrafe di Stazzema, il germe che infetta parte delle nostre comunità», scrivono da Liberi e uguali.

Le parole di Salvini, dicono invece dal Pd della Versilia, «non possono che confermare la statura del leader della Lega nord». Anche Piero Fassino (iscritto) lo incalza: «Penso che Salvini debba avere maggiore rispetto delle vittime di Stazzema». Il presidente dell’associazione dei martiri di Sant’Anna, Enrico Pieri, quasi lo sfida: «Presto andrò nella sua Padania a incontrare gli studenti e a insegnare loro l’antifascismo» dice.

Il sindaco invece gli scrive una lettera con cui lo invita a Stazzema, per visitare quel museo delle vite interrotte, per guardare quella lapide in marmo bianco dove sono incisi i nomi delle 560 persone uccise in una manciata di ore la mattina del 12 agosto 1944. «Con le sue parole – scrive Verona – lei non offende me, un sindaco di un Comune di poco più di 3.000 abitanti: offende i superstiti dei campi di concentramento, delle stragi contro i civili, le vittime della ideologia nazifascista. Un’ideologia che non dava valore alla vita umana, che considerava donne, vecchi, bambini inermi come vittime necessarie di una pianificata azione di distruzione di massa».

E aggiunge: «Se avesse speso un minuto del suo tempo a leggere quello che abbiamo scritto sul perché oggi è necessario parlare di nuovo di antifascismo, avrebbe letto che noi come lei siamo contro ogni totalitarismo, per una Europa come casa comune di popoli liberi e democratici: essere antifascisti, abbiamo scritto nella nostra carta, è una battaglia di civiltà: è l’affermazione di un universo di idee e di valori opposti ai totalitarismi».


 

Primo piano
Le celebrazioni

25 Aprile, piazza della Signoria gremita: Stefano Massimo legge il monologo di Scurati – Video