Il Tirreno

Versilia

Chioschi presi di mira in pineta di Levante

di Donatella Francesconi
Chioschi presi di mira in pineta di Levante

L’ultimo colpo al locale “Adriano” che ha avuto le vetrate spaccate I titolari lamentano anche lo stato di degrado di arredi e strutture abbandonate

03 giugno 2018
3 MINUTI DI LETTURA





VIAREGGIO. La settimana scorsa è stato preso di mira un chiosco lato mare, di quelli lungo il viale dei Tigli, al quale è stato rubato il registratore di cassa; nella notte tra venerdì e sabato è toccato, invece, al chiosco “Adriano”, lato monte. I ladri hanno spaccato due vetrate: una lato Darsena e l’altra sul lato via Indipendenza. Una volta all’interno hanno portato via il cassetto della casa che conteneva: circa 20 euro in centesimi, le matrici degli assegni, le chiusure fiscali degli ultimi 4 giorni. Bottino pari a zero, ma danni di oltre un migliaio di euro per i gestori dell’attività commerciale.

«Si ricomincia», è il commento amaro di chi tiene aperti i locali lungo il viale dei Tigli, in mezzo al verde, dove il fresco è assicurato anche nelle giornate più calde. Commento amaro al quale si aggiunge la rabbia per la desolazione dell’ambiente tutto intorno, senza manutenzioni e senza controlli. Ad iniziare da quelli sul fenomeno della prostituzione, tornata in abbondanza lungo il viale tra Viareggio e Torre del Lago, con buona pace delle ordinanza comunali che si sono ripetute nel tempo. In uno dei chioschi abbandonati - così il racconto di chi vive questo angolo di pineta di Levante - «è entrata una donna che si prostituisce e che del chiosco ha fatto la propria base, insieme ad un uomo. Nelle sere scorse, intorno alla struttura in legno, è stato anche acceso un fuoco».

Basta un colpo d’occhio di qualche minuto per capire quale sia lo stato della zona. I ponticelli di legno tra pineta e viale sono rotti da mesi e da mesi i titolari dei chioschi chiedono un intervento. Se ne dovrebbe occupare Mover - così è stato detto a chi ha richiesto riparazioni ad avvio di stagione - ma non è accaduto niente ed i ponticelli non sono neppure più protetti dal nastro bianco e rosso che ne segnala la pericolosità e che erano spuntati qualche mese fa.

Non stanno meglio le strutture di alcuni chioschi che sono abbandonati da tempo e che il Comune non ha riassegnato, trattandosi di concessioni comunali. Che, se assegnate, porterebbero introiti nelle casse comunali. Così le strutture, tutte in legno, si deteriorano e diventano luoghi che producono rifiuti e degrado in mezzo al verde.

Non stanno meglio gli arredi della pineta: panchine e tavoli divelti sono lasciati con i basamenti in bella vista ed in equilibrio molto precario. Per non parlare dei grossi rami che cadono a terra e che nessuno raccoglie, anche se sono molto pericolosi soprattutto per i bambini.

Non potevano mancare le proteste legate alle zanzare, presenza fissa giorno e notte ormai da qualche mese in tutta la città e con grande varietà: «Ci vogliono dare a bere che hanno effettuato la disinfestazione», è il coro arrabbiato dei titolari dei chioschi della pineta di Levante: «Ma i clienti si alzano disperati dai tavoli, la sera, chiedendo di poter cenare all’interno anche se fa caldo, perché fuori le zanzare ormai sono diventate resistenti anche agli zampironi».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo piano
Il rapporto della Regione

Turismo, la costa toscana si prende la rivincita sulle città d’arte: il bilancio, la classifica e le strategie per il futuro

di Martina Trivigno