Il Tirreno

Versilia

Da Giorgio il mare a tavola da settant’anni

di IRENE ARQUINT
Da Giorgio il mare a tavola da settant’anni

Il locale della famiglia Lombardi festeggia  il compleanno lavorando, come sempre

10 giugno 2018
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Era l’11 giugno del 1948, giusto settant’anni fa. Giorni storici, da poco più di due mesi la Democrazia Cristiana ha vinto le elezioni che hanno sancito che l’Italia sarebbe rimasta con l’Occidente. L’ordalia del 18 aprile 1948 ha sancito la vittoria di De Gasperi e la sconfitta di Togliatti (Palmiro) e Nenni (Pietro).

A casa Lombardi si pensa ad altro. Guido Lombardi, camionista, l’11 giugno apre “Da Guido Quisisana”, osteria con cucina, mescita e tante altre cose. Siamo in via Matteotti, angolo IV Novembre (oggi c’è Pino). Inizia qui l’epopea della famiglia Lombardi, oggi alla guida di Giorgio con Guido (il nipote) che sta in sala e Marzia (sorella di Guido) che comanda in cucina.

Settant’anni senza una pausa. E neppure domani, data del settantesimo, Guido e Marzia festeggeranno: saranno al lavoro come sempre. Sempre al pezzo. Guido e Marzia Lombardi, due personaggi molto particolari. Viareggini fino al midollo ma al tempo stesso tedeschi quando si tratta di servire i clienti.

Quando da Guido Quisisana alza il bandone in cucina ci sono nonna Giulia (moglie di Guido senior) e mamma Giulia, con la cognata Angela. I piatti sono semplici, dalle acciughe marinate al cacciucco. Si mangia ma si passa anche la giornata a servire vino a calo agli avventori che passano il pomeriggio al gioco delle carte. C’è il baccalà, ma ci sono anche le lasagne e il pollo: erano tempi dove si godeva di tutto e la fame atavica italiana non era ancora passata.

Molto cambia con il boom economico. In sala arriva Giorgio, figlio di Guido reduce da un brutto incidente. Giorgio Lombardi è personaggio mitico. Legatissimo alla sinistra, passa dal Psi al Pdiup (ai tempi dell’avvocato Ricci) e poi nel Pci. Introduce lo scoglio che lui ribattezza “alla Posiilippo” . Sono ancora posti alla buona. Fuori c’è la lavagna con i piatti del giorno, ma a chi gli chiede il menù risponde tranquillo il patron Giorgio: «Se chiede il menù, non è il locale per lei» .

Perché i conti erano più che onesti, fossero in tavola le arselle o le cee. E poi muscoli ripieni, insalata di mare, il baccalà e ancora il cacciucco. Con Giorgio Lombardi arrivano i primi vip. Soprattutto intellettuali. Ci sono le tavolate con Mario Tobino, Mario Marcucci, Cesare Garboli. Garboli – ricorda Guido junior, oggi alla guida del locale – portava Umberto Agnelli o Carlo Caracciolo. Toccava ancora a Guido accompagnare il vecchio Tobino fino alla vicina farmacia del fratello.

Si ricambia tutto il 21 giugno del 1980 quando il locale si trasferisce nell’attuale sede in via 4 Novembre. L’insegna diventa Giorgio, in cucina entra Marzia che lentamente cambia la cucina. Sono gli anni in cui Marzia Lombardi introduce nel menù la Trabaccolara, il sugo di pesce inventato dai Trabaccolari. E poi arrivano gli antipasti caldi. Prima erano tutti freddi, da attingere dal classico buffet.

Marzia rivela: «Studio molto, cerco di aggiornarmi sempre, senza dimenticare che non siamo una trattoria e quindi dobbiamo tenere conto della tradizione. In casa ho circa trecento libri di cucina». Classe 1950, una generazione che ha dato a Viareggio tante grandissime cuoche. Quelle che hanno fatto la storia della nostra cucina in locali mitici come Romano, Miro, l’Acquasalata, Buonamico. Marzia inventa gli spaghetti alla Giorgio, con scampi e ricotta salata. E presenta una sua versione, leggera e intrigante, della Carbonara di mare, piatto degli anni Ottanta (lo facevano al Patriarca) che sta conoscendo una seconda giovinezza. Si scioglie quando parla di cucina.

Guido invece resta abbottonato quando gli si chiede quali vip frequentano il locale. È il vero oste di un tempo, la privacy dei clienti prima di tutto. Poi qualche nome spunta fuori. Roberto Benigni portava a cena i genitori quando questi venivano in vacanza a Viareggio. Nicole Kidman è stata qui quando girava a Lucca ritratto di signora. E che di re di Susanna Agnelli? «Prima si presentò l’autista per sapere se c’era posto – ricorda Lombardi – avuto l’ok, arrivò lei».

Oggi da Giorgio va Massimiliano Allegri. Anzi si è presentato per la prima volta in un ristorante con la nuova fiamma Ambra Angiolini. Luciano Spalletti chiamava il vecchio Giorgio “padre”. Da non dimenticare Marcello Lippi come Eugenio Fascetti. Ma da Giorgio passano regolarmente Milly e Massimo Moratti, la famiglia Barilla (a partire dalla vedova di Pietro), le grandi dinastie dell’industria toscana.

«Lapo Elkann venne con una sua fiamma – ricorda Marzia – fu gentilissimo e disponibile veramente con tutti» . Vengono anche i colleghi. Da Romano Franceschini a Michele Marcucci. E poi c’è Cristiano Tomei che continua a dire. «Se venite, vi porto tutti a Milano».

Ma per Marzia, appassionata di ciclismo, la data fatidica in 70 anni di pranzi e cene è il 4 febbraio 2002. «Abbiamo ancora le foto – ricorda – venne a cena, portato da alcuni tifosi, Marco Pantani. Era il mio idolo, non potrò dimenticarlo».

Quante storie, quante vite. Ma anche tanti clienti di qui. Come i cantieri navali, da Codecasa a Perini. E personaggi come il “professore”, al secolo Franco Signorini. Oppure Guido Niccolai, che portava sempre la Rai ai tempi d’oro dell’Apt Versilia.

Grandi piatti, grandi personaggi, grandissima modestia. Questi i 70 anni di Giorgio. Urge che la Soprintendenza ai Monumenti la protegga come bene culturale.

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