Il Tirreno

VIAREGGIO. Tutti assolti perché il fatto non sussiste. Ieri pomeriggio il presidente della sezione penale del tribunale di Lucca Gerardo Boragine ha scagionato completamente 26 persone finite a processo per i fatti del maggio del 2015 a Viareggio. Quando ci furono disordini per il comizio della Lega con Matteo Salvini, oggi vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno.. L’accusa mossa ai manifestanti era di «adunata sediziosa», con lancio di uova e diffusione di manifesti con la faccia del leader leghista a mo’ di escremento. Nel mirino era finita anche l’accensione di un fumogeno «non autorizzato». I disordini portarono all’emissione di decreti penali di condanna nei confronti nelle persone ritenute responsabili, ma loro fecero ricorso e a quel punto si è andati a processo. Lì si è rischiato di vedere anche Salvini sul banco dei testimoni: almeno, così avevano chiesto alcuni avvocati difensori. Testimonianza che non è stata ritenuta necessaria dal giudice Boragine, che ieri ha assolto tutti e 26 gli imputati, sia dall’accusa di adunata sediziosa sia per la questione del fumogeno. Anche i danneggiamenti all’auto del leader leghista, dato che il reato è perseguibile solo se la vittima fa denuncia - e Salvini non l’ha presentata - non hanno comportato conseguenze.

Assoluzione, dunque, per Michelangelo Di Beo, Alessandro Giannetti, Mario Giannelli, Agostino Della Pina, Andrea Coltelli, Luca Redondi, Laura Lunardini, Gioia Giannini, Alessandro Giusti, Andrea Maffei, Nicola Valenzi, Ruggero Simonelli, Barbara Barsottelli, Filippo Salvatori, Nicolò Martinelli, Luna Caddeo, Andrea Ulivi, Amarildo Marku, Cristian Giusti, Roberto Giusti, Nicolò Pezzoli, Lorenzo Tazioli, Andrea Giusti, Samuele Marsili, Gianluca Venturini, Angelo Macaluso. —

Matteo Tuccini