Che sofferenza l’Italia vista dall’estero

Paola nel giardino di un'amica
Paola nel giardino di un’amica

Grazie a Paola G., medico chirurgo

Ricevo questa lettera da Paola, un giovane medico che vive e lavora in un altro continente. Esprime una posizione politica condivisibile o meno, non è per questo che mi pare rilevante: è per il senso di estraneità e insieme di sofferenza per quel che accade in Italia che sento in tante, direi in tutte le lettere degli italiani che vivono fuori dal Paese. Come se non riuscissero a capire quel che sta succedendo.

“Leggo questa rubrica come prima cosa, ogni giorno su Repubblica. Mi aiuta a commuovermi, a riflettere, a capire meglio gli italiani che sono in Italia e quelli che stanno fuori, raccoglie storie di giovanissimi e di anziani e di persone di mezzo – quelle come me”.

“Sono una delle tante italiane all’estero, un po’ per piacere un po’ per mancanza di valide alternative in patria un po’ perche’ è andata così, un po’ perché è bello vedere il mondo. Sono una delle tante che si è turata il naso votando Pd sperando nel voto utile. Utile a chi? Intanto a noi, che viviamo all’estero perché quando al governo c’era Berlusconi era uno sfottò continuo. E quando c’era con lui Calderoli non siamo potuti uscire per dieci giorni ‘grazie’ alla sua genialata di mettersi la t-shirt con le cosiddette vignette di Maometto perché da essere gli americani gli stranieri più odiati nel paese musulmano e conservatore in cui vivevo, il nemico numero uno eravamo diventati noi, gli italiani”.

“Sto pensando di rientrare in patria per vari motivi, ma anche perché non so proprio se ce la faccio a ricominciare a sentire i giusti e meritati sfottò con Calderoli di nuovo in auge, riabilitato, eletto vicepresidente del Senato e di nuovo alla ribalta, nonostante le sue uscite, i vilipendi contro giovani donne medico chirurghe (come me) tipici di chi non ha mai visto nient’altro che la sua bella – come tutta l’Italia – Padania”.

“Al fatto di aver (apparentemente) messo fuori gioco Berlusconi non ci credo. Salvini non promette bene in quanto a baggianate (ricordo ancora i suoi commenti positivo/celebrativi dopo la sua visita in Nord Corea nel 2014…per chi ha qualche neurone molto evidentemente il posto piu orwelliano che esista in questo momento storico nel globo terrestre). Su Giggino, se il buon giorno si vede dal mattino direi si salvi chi può…”.

“Ecco spiegato il successo elettorale del Pd all’estero. Non certo al genio di Renzi (è lui la ragione del mio dover turarmi il naso) ma al nostro preferire qualcuno che almeno era ‘presentabile’, un giovane quindi niente più faccia di plastica, uno che era al governo pur non possedendo nessuna tv, che non portava mortadelle in aula, che non blaterava concetti fascisti in romanaccio di fronte ad uno dei migliori musei d’Italia, non faceva cucù alla Merkel e che sapeva persino parlare in un italiano decente!”.

“Purtroppo dopo una pausa in cui – finalmente – eravamo noi a sfottere gli altri (per Trump, per esempio) ora si ricomincia… oppure si torna a casa dove nessuno, ma proprio nessuno si ribella davvero al ridicolo molto triste di certi personaggi … assuefazione all’ignominia mi viene di chiamarla. Conto che venga rapidamente anche a me se riesco a rientrare. Così almeno si smette di soffrire!”.