Italia ai Mondiali al posto di una nazionale africana o asiatica perché scoppia una guerra? Italia ai Mondiali al posto del Perù? Ora il tormentone di moda è legato alla Spagna, ma in realtà è alimentato dalle solite correnti 'social' di irriducibili che, davvero, non vogliono rassegnarsi all'idea di non poter rispolverare il tricolore in vista dei prossimi Campionati del mondo. Relativamente alla Spagna, c'è in effetti una questione legata alla Federcalcio locale ed a possibili ingerenze politiche, ma sembra davvero difficile che per un problema dinanzi al quale ci sono, in realtà, molteplici soluzioni, la FIFA mostri il pugno duro escludendo di fatto una delle favorite per il titolo.

Dunque se proprio i calciofili italiani si rifiutano di guardare i Mondiali in TV in assenza degli azzurri, possono comunque impiegare il proprio tempo a ripassare un pò di storia del calcio. Ad iniziare da un capitolo che, in questo momento, sembra proprio essere interessante: quello dei ripescaggi. Tutti a citare la Danimarca, anche alcuni giovinastri che hanno letto la storia su Internet ed hanno iniziato a dare sfoggio di conoscenza calcistica sebbene non conoscessero nemmeno il nome di un componente di quella squadra. La Danimarca in effetti venne ripescata, ma si trattò del Campionato Europeo 1992. I danesi erano arrivati secondi nel girone di qualificazione in scia alla Jugoslavia, ma la grave situazione interna della confederazione slava arrivata ormai al punto di non ritorno e che sarebbe sfociata della sanguinosa guerra civile, spinse l'UEFA ad escludere i 'Plavi' dalla competizione.

Così la Danimarca, i cui giocatori erano già in vacanza in quel caldo giugno del '92, prese parte all'Europeo di Svezia e lo vinse contro ogni pronostico.

Mondiali 1938, la rinuncia del Wunderteam

Nella lunga storia dei Mondiali di calcio iniziata nel 1930 non ci sono tantissime rinunce. Con questo termine intendiamo i dietrofront di squadre effettivamente qualificate alla competizione e dunque non c'entra nulla la rinuncia dell'Italia e della maggior parte delle squadre europee ai Mondiali uruguaiani del 1930, nè tantomeno lo 'splendido isolamento' dell'Inghilterra nelle prime tre edizioni della Coppa del Mondo: in questo caso si tratta di rinunce a priori, mentre qui parliamo solo delle rappresentative che avevano conseguito il diritto di disputare la fase finale dei Mondiali dopo aver vinto le qualificazioni o su invito diretto della FIFA e le cui previste partite nel torneo iridato erano già state fissate.

La prima, tristemente celebre, è quella dell'Austria nell'edizione francese del 1938: il mitico 'Wunderteam' che aveva scritto la storia del calcio europeo negli anni '30 superò agevolmente il proprio girone di qualificazione contro le modeste Lettonia e Lituania ed avrebbe dovuto affrontare la Svezia al primo turno ad eliminazione diretta allo stadio Gerland di Lione, il 5 giugno 1938.

Quella partita però non sarà mai giocata, l'Austria aveva cessato di esistere qualche mese prima a causa dell'Anschluss, l'annessione alla Germania nazista. La FIFA offrì in un primo momento il posto all'Inghilterra, ma alla luce della risposta negativa scelse di disputare il Mondiale con una squadra in meno concedendo alla Svezia la vittoria a tavolino per il match inizialmente previsto contro gli austriaci.

Mondiali 1950, l'onore scozzese ferito

Dodici anni dopo, ai Mondiali brasiliani del 1950, il festival delle rinunce assunse contorni romanzeschi. In primo luogo la Turchia che aveva eliminato la Siria in una sorta di preliminare euroasiatico e che avrebbe dovuto affrontare l'Austria. Gli austriaci si ritireranno dalla competizione, considerando troppo costosa la lunga trasferta in Brasile in caso di qualificazione, la Turchia venne automaticamente ammessa, ma sempre per motivi economici rinunciò al Mondiale qualche mese dopo.

La FIFA offrì il posto al Portogallo che era stato eliminato dalla Spagna, ma anche i lusitani risposero 'picche' e la casella rimase vacante. In Brasile sarebbe dovuta andare anche la Scozia, seconda in un Torneo Interbritannico alle spalle dell'Inghilterra che qualificava, per l'appunto, le prime due. Gli scozzesi, dopo la sconfitta subita dagli inglesi a Glasgow il 15 aprile 1950, rinunciarono al Campionato del Mondo per il 'disonore' di essere arrivati in scia agli odiati rivali.

L'India a piedi nudi

La vera leggenda è però legata alla rinuncia dell'India, invitata direttamente dalla FIFA alla luce dei progressi mostrati dalla Nazionale asiatica durante una tournée europea ed della partecipazione al torneo di calcio delle Olimpiadi del 1948.

La Federcalcio indiana però avrebbe rifiutato cortesemente l'invito ed il motivo non è noto. C'è chi parla di problemi economici e chi riferisce che in realtà i giovani vertici del calcio indiano presero sottogamba l'importanza del torneo. Il motivo al quale vogliamo credere, il più suggestivo e romantico, è però quello di una rinuncia legata all'obbligo di usare le scarpette alle quali i calciatori indiani non erano assolutamente abituati: giocavano infatti a piedi nudi, cosa assolutamente vietata dal regolamento FIFA. Il Mondiale del 1950, pertanto, avrebbe visto al via 13 squadre anziché 16, la FIFA non estese più alcun invito. Così il girone 3 nel quale era inizialmente inclusa l'India si ridusse a tre squadre: Svezia, Italia e Paraguay, mentre il girone 4 senza Turchia e Scozia addirittura a due, Uruguay e Bolivia.