Colpire i jihadisti nel portafoglio per farli cedere, un po' come si fa con i narcotrafficanti, è risultato essere un opzione terribilmente efficace. L'attacco all'Islam radicale e alle sue reti finanziarie è diventato uno dei punti di forza dell'antiterrorismo.

Sussidi statali ai combattenti dell'ISIS

Dal 2008 un intero gruppo del pool antiterrorismo ha lavorato su questo argomento sensibile e ha dato molti risultati. Dal'indagine è risultato che il 20% dei combattenti ISIS in Siria (con passaporto francese) stavano continuando a ricevere sussidi di disoccupazione dalla Francia o alloggi popolari.

Il quotidiano francese Le Figaro è il primo che ne ha parlato, rivelando dunque che i francesi stavano contribuendo, sebbene in modo indiretto, al finanziamento dell'organizzazione terroristica, la stessa che ha colpito Parigi a Novembre 2015 e poi altre città della nazione, in una sequenza di morte senza precedenti.

Il flusso di denaro proveniente da altri mezzi, come questo, è fondamentale per l'ISIS in quanto ha da poco perso la quasi totalità delle basi in Iraq e Siria. L'organizzazione terroristica, ora che non riesce più a commerciare petrolio e cotone come in passato, si trova in difficoltà economiche perché non può più pagare i suoi combattenti. Pertanto i suoi soldati sono costretti a chiedere ai familiari di mandargli risorse economiche per comprare cibo e quant'altro.

La polizia francese, insieme ai colleghi dell'Interpol e dell'antiterrorismo, sono riusciti a ricostruire un tentacolare e sofisticato mezzo di raccolta fondi del Daesh. In questo caso la collaborazione dei familiari è fondamentale in quanto sono loro che prelevano il denaro e poi, tramite fitte reti di corrieri, lo fanno arrivare nei luoghi di combattimento.

Finora sono stati identificati ben circa 210 corrieri, di nazionalità libanese e turca. Riguardo ai familiari invece ne sono stati identificati 190 solo nel territorio francese. Si parla di circa 2 milioni di euro in totale, di cui 500 mila partiti dalla sola Francia tra il 2012 e il 2017, e pronti a rimpinguare le casse di Daesh.

Il probabile ritorno dei foreign fighters

A seguito della sconfitta militare in Siria e Iraq è probabile che i combattenti ritornino in patria e dunque il rischio di terrorismo resta alto. Il capo di stato maggiore dell'esercito francese ha dichiarato che in Francia non si lavora abbastanza per prepararsi a questa nuova minaccia a cui il Paese è, giocoforza, esposto da tempo. Recentemente il Senato francese ha adottato nuove misure antiterrorismo che permetteranno alla Francia di uscire dallo stato di emergenza, ma il problema insoluto dei foreign fighters tiene banco in ogni dibattito intorno alla materia della sicurezza.