Disavventura per fabrizio miccoli, ex bomber di Palermo e Lecce, che è stato condannato a 3 anni e mezzo di reclusione per aver favorito la mafia siciliana attraverso il reato di estorsione aggravata. Il giudice Walter Turturici, che lo scorso ottobre ha rifiutato la richiesta di archiviazione formulata dal gip per l'ex attaccante, lo ha inserito nell'elenco degli imputati (in maniera coatta) insieme ad altri personaggi coinvolti in un'inchiesta per i legami con Cosa Nostra.

Amicizia col fisioterpista creditore

Miccoli si è ritrovato coinvolto in alcune conversazione con Mauro Lauricella, figlio del boss Antonino Kalsa, conosciuto da tutti come Scintilluni.

In una delle frasi chiave del processo, determinante per la sentenza emessa dal gup, ci sarebbe una frase nella quale il Ronaldo del Salento, come fu ribattezzato Miccoli dai tifosi del Lecce, dice al figlio del boss: “A loro diamo diecimila euro e due te li tieni tu”, parlando dei 12mila euro che bisogna riscuotere. Miccoli, però, ha negato qualunque tipo di coinvolgimento, spiegando che non ha mai aiutato né lo stesso Lauricella, né aiuto Gioacchino Amato, anche lui coinvolto nella presunta estorsione. I fatti sono avvenuti tra il 2010 e il 2011, quando il gestore della discoteca “I paparazzi”, che si trova a Isola delle Femmine in provincia di Palermo, avrebbe ricevuto pressioni dallo stesso Lauricella, incaricato di recuperare soldi da Giorgio Gasparini, ex fisioterapista del Palermo (da qui il collegamento con Miccoli), diventato nel frattempo nuovo socio del locale.

Secondo il giudice, Miccoli si sarebbe rivolto al figlio del boss, già suo amico, per consentire al fisioterapista Gasparini di poter ottenere i soldi. Quando l’ex attaccante è stato ascoltato in qualità di testimone, prima di essere imputato, ha spiegato che non sapeva che Mauro Lauricella fosse figlio del boss Antonino Kalsa e lo riteneva soltanto un suo amico.

Lo stesso ex calciatore ha spiegato che, negli anni in cui ha vestito la casacca del Palermo, soltanto tre volte è andato in discoteca con Mauro e che si era rivolto allo stesso Lauricella solo perché aveva saputo che il suo fisioterapista aveva qualche problema con il locale “I paparazzi”, spiegando che si è poi disinteressato della vicenda. Per i fatti contestati a Miccoli non è stato però condannato Mauro Lauricella, il cui reato è stato derubricato a violenza privata aggravata dal metodo mafioso.