Nicole Severini (nome di fantasia) è una modella italiana che ha messo all'asta la sua verginità tramite un'agenzia di modelle, la Elite Models Vip. La ragazza aveva dichiarato al "Sun" che con i soldi che avrebbe guadagnato si sarebbe pagata gli studi presso una buona Università, avrebbe aiutato la sorella e comprato casa ai genitori. Poco tempo dopo, si è scoperto che Nicole l'aveva fatto per scherzo, per pura provocazione, per vedere quale cifra avrebbe raggiunto se davvero avesse voluto vendersi all'asta. Uno scherzo che è andato troppo oltre quando la sua "offerta" nel concedersi ha raggiunto la cifra di un milione e seicentomila euro.

Inoltre, causa la bufera mediatica nella quale si è trovata, Nicole è stata riconosciuta: la preside del suo liceo ha avvertito i genitori, e la ragazza ha dovuto confessare di essere figlia unica e di non essere interessata alla Facoltà di Economia presso la quale aveva dichiarato che si sarebbe iscritta con il denaro accumulato.

La mercificazione del corpo e i suoi meccanismi

Ma quali sono i meccanismi cognitivi che permettono ad una persona di attribuire un prezzo al proprio corpo?

Si potrebbe sostenere che il nostro corpo e la nostra persona non abbiano prezzo: invece, all'interno della società occidentale, risiede una tendenza velata e quasi inconsapevole di proporre il corpo femminile - come anche quello maschile, anche se più raramente – come un oggetto iper-sessualizzato, mercificato in nome di profitti e audience.

I media giocano un ruolo cruciale nella diffusione dell'oggettivazione sessuale, veicolando messaggi oggettivanti principalmente in due modi:

  • Attraverso la proposizione assillante di immagini del corpo iper-sessualizzate e/o caratterizzate da una perfezione inarrivabile;
  • Tramite messaggi e contenuti specifici che enfatizzano l'importanza prioritaria del corpo e dell'aspetto fisico.

Seguendo questi modelli, ritroviamo da una parte un numero di donne che, aderendo a questi prototipi femminili, cercano di avvicinarvisi per ottenere in modo passivo attenzione e consenso maschile.

Dall'altra parte, invece, troviamo una fetta di uomini che tendono ad elaborare la figura femminile come un soprammobile, un oggetto di arredo o, nei casi più estremi, come un oggetto sessuale che si può ottenere tramite un valore interscambiabile.

Le radici della mercificazione

La mercificazione del corpo ha radici antiche dentro di noi.

Secondo alcuni studiosi, avrebbe origine da una parte arcaica del nostro cervello che viene definita "cervello rettiliano". Quest'area, oltre a presiedere alla regolazione delle funzioni di base del nostro corpo, sarebbe implicata anche nei meccanismi di aggressività sessuale dei maschi sia verso i maschi della stessa specie per un fattore di competizione, sia verso le donne per un fattore di dominanza.

Certo, non è da intendere come un elemento deterministico del nostro comportamento che ci controlla senza alcuna possibilità di autonomia da parte nostra, ma più che altro è da considerare come una potenzialità che può essere realizzata o rimanere sopita. Dunque, un fattore di protezione dalla valutazione economica del proprio corpo e di quello altrui, sta nell'individuare quegli elementi che possono aiutare il nostro "cervello rettiliano" a riemergere, per poi riuscire a controllarli: i fattori culturali di cui parlato prima, che trovano una cassa di risonanza nei media e nella pubblicità; e la pornografia, che può alimentare o legittimare in alcune persone la tendenza a valutare un individuo solamente in base alla sua esteriorità.

Di conseguenza, tenendo sotto controllo questi elementi e fermandoci un attimo a pensare ogni volta che vediamo una valletta in televisione, una velina o una modella, potremmo essere in grado di controllare quei meccanismi che, delle volte, possono provocare in noi dei pensieri distorti, oggettivanti e mercificanti.