Dino Cinel era originario di Rossano, nel Veneto, da cui da tempo si era allontanato per compiere la sua missione altrove. Aveva alle spalle una grande carriera come sacerdote. Insegnò negli Stati Uniti, a New York e a San Francisco, e raggiunse una certa notorietà nel 1984, dopo la pubblicazione del suo libro Dall'Italia a San Francisco, che gli valse il premio Merle Curti Social History Award.

Tenne tutto sotto controllo fino agli anni novanta

Negli anni novanta, però, il suo nome venne associato a fatti gravi, quelli che, in questi ultimi anni, sono spesso agli onori delle cronache.

Nella sua parrocchia di Santa Rita a New Orleans, negli Stati Uniti, venne rinvenuto del materiale pedopornografico, riconducibile a lui. Per questo la Chiesa Cattolica, coinvolta nello scandalo, dopo un processo che segnò la sua fine nel mondo del sacerdozio, lo espulse.

Dove andare per rifarsi una vita

Deve essere stato allora che andare in Colombia gli apparve la soluzione migliore. Svestì i suoi panni di prete e si ritirò lì, a vita privata. In Colombia l'ex prete Dino Cinel non esisteva più. Al suo posto c'era semplicemente un uomo con il suo nome, il cui passato ingombrante era estraneo a tutti. Da tre mesi viveva con un ragazzo del posto di 18 anni, lui che di anni ne aveva ben 76, in un appartamento nel quartiere di Estadio, nella zona occidentale di Medellin.

L'ex prete si stanca del suo convivente

L'ex prete doveva essersi stancato della loro relazione. Giovedì scorso, dopo averne parlato con il giovane, è nata tra di loro una lite furibonda. Il suo compagno non voleva saperne di troncare il loro rapporto. Così, in breve, si è arrivati alla scena culminate, quella dell'omicidio di Dino Cinel, per le mani di Santiago, che prima lo ha pugnalato a morte, e poi, pentito di quel che aveva fatto, dopo il suo folle gesto, ha telefonato disperato alla Polizia.

Gli agenti, corsi immediatamente dopo la chiamata, hanno stroncato sul nascere il suo tentativo di suicidio.

Le sue intenzioni infatti, erano apparentemente quelle di gettarsi dalla finestra dell'appartamento situato al sesto piano dell'edificio in cui i due vivevano insieme. Il generale Oscar Gòmez Heredia, comandante della polizia metropolitana del luogo, ha dichiarato infatti che lo sventato suicidio potrebbe rappresentare una mossa disperata da parte dell'assassino, ma non è dato sapere fino a che punto spontanea e veritiera.