Dopo la morte di Pamela Mastropietro e la vendetta privata di Luca Traini che ha portato al ferimento di sei nigeriani, a Macerata si è svolta una manifestazione antifascista e antirazzista a cui hanno partecipato decine di migliaia di persone.

A seguito dell'ok della questura, una città blindata è stata letteralmente invasa da orde di cittadini e associazioni tra le quali si registrano Anpi, Arci, Libera e persino Emergency che hanno sfilato nelle strade tra bandiere e cori antifascisti formando una fila umana di oltre due chilometri. Tra i partecipanti, oltre ai vari Gino Strada, Adriano Sofri e la testata giornalistica ‘il Manifesto’, anche la partigiana Lidia Menapace, 93 anni, che con fierezza ha affermato di voler esserci fin quando avrà voce; grande assente è invece il sindaco che, pur condividendo i motivi della manifestazione, è rimasto coerente con la sua posizione iniziale asserendo che ‘la città ha bisogno di respirare’.

La manifestazione si è svolta serenamente, eccezion fatta per i cori shock inneggiati dai membri di Action Antifaschistische contro le Foibe, ‘ma che belle le foibe da Trieste in giù’, segnando l’unica nota dolente che risuona proprio nel giorno del ricordo dei fatti che seguirono l’8 settembre 1943.

Altri cortei si sono svolti da Milano a Roma, passando per Bologna e Piacenza nella quale si è registrata una colluttazione tra la Polizia e i manifestanti che ha portato al ferimento di un membro delle forze dell’ordine.

I commenti dei politici

Nella melassa poetica che avvolge una giornata definitiva come questa, molte forze politiche hanno deciso di prendere posizione e partecipare ai cortei: mentre il PD, come già comunicato, si è esentato riservandosi di partecipare alla manifestazione organizzata da Anpi prevista per il 24 febbraio, Laura Boldrini era al corteo di Milano, accolta tra applausi e fischi egualmente distesi.

Fanno discutere le parole di Matteo Salvini, segretario della Lega, che non manca di mostrare il proprio sgomento per una manifestazione di tale portata proprio nel giorno in cui vengono fermati 3 nigeriani per l’omicidio di una ragazza italiana; pronta la replica di Luigi Zanda (PD) che addita il fascioleghismo di Salvini considerandolo come fonte da cui si dipanano gli eventi tragici e di matrice razzista che trovano nel raid di Traini il proprio Emblema.

Zanda parla di un criptofascismo, non un fascismo vecchio stampo stile marcia su Roma, quanto più un atteggiamento scontroso che getta una nuvola di fumo attorno ai migranti, capro espiatorio delle inquietudini del Paese, mentre Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, difende strenuamente CasaPound e Forza Nuova, asserendo che non si tratta di movimenti xenofobi.