Non smettono di susseguirsi i colpi di scena, spesso anche preoccupanti, sul continuo sali e scendi del Bitcoin. Attualmente la quotazione della criptovaluta è in discesa, situazione che potrebbe anche peggiorare per via delle ripercussioni in seguito alla decisione della Corea del Sud che ha introdotto una legge per proibire scambi sui mercati nazionali, vietando inoltre gli stessi alle istituzioni ma anche ai cittadini stranieri. Ovviamente anche le banche asiatiche ne risentiranno poiché molti istituti offrono ai clienti la possibilità di aprire un conto denominato in criptovalute.

Picchiata al ribasso: le quotazioni del Bitcoin

Dal 2018 la criptovaluta per eccellenza non se la sta passando di certo bene, cosi come le altre sue 'colleghe', in calo in termini di valore per via probabilmente delle conseguenze dovute alla diffusione mondiale, che l'hanno fatta diventare una vera e propria bolla, anche se ha messo in preoccupazione molti al momento del calo vertiginoso di chi speculando e investendo ad occhi chiusi si è visto catapultare la criptovaluta ad un meno 14% fissando la valutazione a quota 13.656.

Si ci ritrova dunque, dopo il calo avvertito dalla rivale Ripple, a commentare il periodo buio del Bitcoin che sta però perdurando un pò troppo per le tasche degli investitori, molti dei quali hanno scommesso sulla criptovaluta investendo diversi milioni di dollari.

La preoccupazione è palese, ma Bitcoin ci ha abituati a cali e picchi del genere per poi uscirne più forte di prima: non sappiamo se sarà questo il caso ma la situazione politica mossa potrebbe cambiare il corso della moneta virtuale ovviamente per via della legge annunciata da Park Sang-ki.

Criptovaluta messa alle strette dalla Cina

Come detto, la Corea del Sud sta cercando di metter fine agli scambi del Bitcoin all'interno dei propri mercati. Ma anche la Cina pare aver blindato le porte al Bitcoin esprimendo l'intenzione di voler chiudere l'industria del mining per via degli eccessivi consumi di elettricità ma anche per la preoccupazione finanziaria: da Pechino hanno intenzione pian piano di ridurre al minimo i cosi detti minatori, che stanno però provvedendo a spostare le centrali operative in paesi dove la regolamentazione attuale consente maggiori libertà, come per esempio Islanda, Stati Uniti e Canada.

Il clima si sta facendo sempre più pesante ed era da aspettarselo per via dell'ampia diffusione del fenomeno, nonostante ciò emergono altri temerari, come Telegram che ha annunciato di voler avere un propria moneta virtuale, il Gram, e farsi spazio nel mercato finanziario che adesso vede in discesa momentanea il fenomeno Bitcoin.