Gli ottanta euro che Matteo Renzi ha voluto riservare a molti possessori di busta paga sono stati a lungo sotto la lente d'ingrandimento delle opposizioni. In molti li hanno ritenuti una presa in giro, altri un contentino e altri ancora un metodo furbo per ingannare i cittadini, chiamati a restituirli con altre imposte. Adesso tornano d'attualità, perchè sarebbero a rischio per alcune categorie. E presto potrebbero non mancare le speculazioni politiche sulla vicenda.

80 euro: si prova a salvarli

Ci sarebbe, infatti, una folta comunità di lavoratori statali che potrebbe perdere il bonus per via di uno scatto previsto nel contratto e il conseguente superamento della soglia massima di reddito consentita.

Che la cosa sia sotto la lente d'ingrandimento dell'esecutivo italiano è certificato dal fatto che per la prossima Manovra finanziaria sarebbe previsto un piccolo fondo destinato a tutelare chi rischia di dover dire addio agli 80 euro. Si dovrà, a quanto pare, convogliare una cifra destinata a tutelare le fasce di reddito che, attualmente, si trovano tra i ventiquattro mila e i ventiseimila euro di reddito che rischino di dire addio all'ormai famosissimo bonus.

10.000 posti di lavoro

Quella tesa a salvare il bonus degli 80 euro è solo una d delle misure che attualmente risulta facente parte della bozza della manovra, che è stata approvata dal Consiglio dei Ministri lo scorso 16 ottobre. Manca ancora il via libera della Ragioneria dello Stato, mentre già il prossimo martedì sarà chiamata a superare l'esame del Senato.

Particolarmente stuzzicante per il futuro risulta la scelta di offrire quasi otto mila nuovi posti di lavoro all'interno delle forze dell'Ordine e dei Vigili del Fuoco, entro il 2022-23.

Assunzioni, inoltre, sono quelle che si attendono anche negli uffici giudiziari, dove dovrebbe esserci posto per 1400 persone come personale non dirigenziale entro i i prossimi tre anni, oltre a 350 magistrati e 40 tra avvocati e procuratori

Particolare, attenzione, inoltre pare sarà destinata alla scuola.

Dovrebbero, infatti, essere destinati circa cinquanta milioni tre anni agli istituti tecnici superiori. L'obiettivo è aumentare l'offerta, potenziare le scuole e moltiplicare il numero degli iscritti. Trattandosi di scelte istruttive che portano ad un tasso di occupazione medio parli all'80% dopo il diploma. Attualmente si contano 93 istituti tecnici interessati, con 9000 studenti frequentanti.