Come sempre più spesso gli capita negli ultimi tempi, è un Massimo D’Alema senza peli sulla lingua quello che stamattina, 27 ottobre, ospite di Radio Capital, offre la sua opinione sugli accadimenti politici dei giorni scorsi, soprattutto riguardo all’approvazione della nuova legge elettorale e al conseguente abbandono del Pd da parte del presidente del Senato Pietro Grasso. Secondo uno dei fondatori di Mdp, i cosiddetti scissionisti dal Pd, il segretario Dem avrebbe “fallito”, riuscendo pure a “sfasciare” il centrosinistra. Matteo Renzi viene paragonato a “pinocchio”, mentre i suoi alleati sul Rosatellum bis, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, sarebbero “il gatto e la volpe”.

Per nulla tenero anche il giudizio sul premier Paolo Gentiloni, etichettato come “bugiardo”. Parole al miele, invece, per Pietro Grasso che, secondo il ‘Lider Maximo’, sarà libero di scegliere se diventare “leader del centrosinistra”. Insomma, secondo D’Alema (che lascia la porta aperta a una sua ennesima candidatura) da questo pasticcio politico l’unico ad uscirne vincitore sarebbe Denis Verdini.

Secondo D’Alema Renzi è riuscito a sfasciare il centrosinistra

L’opinione di Massimo D’Alema è che la linea politica sostenuta dal segretario Pd, Matteo Renzi, si sia rivelata un vero e proprio “fallimento”, visto l’esito disastroso del referendum costituzionale, della legge elettorale Italicum e dell’attacco contro Vincenzo Visco e la Banca d’Italia.

Insomma, un partito “condotto con scarso senso di responsabilità” destinato ad una “deriva sempre più avventurista e apertamente neocentrista, conservatrice”. Una situazione talmente drammatica che, chiosa d’Alema, nessun italiano prende più sul serio Renzi, ad eccezione di un “gruppo assai ristretto”. Le opinioni espresse dal segretario Dem, sentenzia D’Alema, “valgono il nulla”.

Renzi ‘pinocchio’, Berlusconi e Salvini ‘gatto e volpe’

Per definire l’accordo tra Pd, FI e Lega sulla legge elettorale, Massimo D’Alema parla di “patto di potere”. Solo che, questa la sua opinione, i due leader del centrodestra ne avrebbero “calcolato le conseguenze” molto meglio del rottamatore di Rignano che, adesso, “rischia di fare la fine di Pinocchio col gatto e la volpe”.

Insomma, una persona che rischia di essere raggirata, portando “la destra al potere”, a causa della sua troppa arroganza.

Mani libere per Pietro Grasso

Passando ad esaminare le conseguenze dell’abbandono del Pd da parte di Pietro Grasso, Massimo D’Alema lascia al presidente del Senato piena libertà di scelta sul suo futuro politico. “Quello che farà dipende esclusivamente da lui” perché “non è una persona che può essere tirata per la giacchetta”. Ovvio, però, che l’ex premier gongoli per lo strappo antirenziano deciso dalla terza carica dello Stato.

Gentiloni ha fatto la figura del ‘bugiardo’

Il veleno dalemiano finisce anche addosso all’attuale inquilino di Palazzo Chigi perché, a suo modo di vedere, Paolo Gentiloni “esce profondamente ridimensionato sul piano della sua qualità di statista” dalla vicenda dell’approvazione della legge elettorale.

Il premier, infatti, sarebbe “diventato ufficialmente un bugiardo” agli occhi dell’opinione pubblica, perché aveva promesso che il governo non si sarebbe immischiato nell’iter del Rosatellum e, invece, ha deciso di porre una irrituale questione di fiducia. “Ed è quello che forse Renzi voleva”, conclude con ineguagliabile sprezzo del ‘nemico interno’ Matteo Renzi.