'Meno male che Silvio c'è...', recitava uno spot elettorale di qualche anno addietro. Di anni non ne sono passati poi così tanti dal quarto ed ultimo governo presieduto da Silvio Berlusconi, 'caduto' il 16 novembre del 2011. Sei anni, ma per ciò che è accaduto politicamente in Italia è come se ne fossero trascorsi sessanta. Sei anni che per il Cavaliere sono trascorsi tra il chiasso mediatico dei 'Bunga Bunga', la condanna per frode fiscale e la perdita del seggio a Palazzo Madama, la frattura con gli storici alleati Casini e Fini, quest'ultimo decisamente caduto in disgrazia.

Ha persino venduto il Milan ai cinesi, ha superato gravi problemi di salute. Il leader di Forza Italia ha 81 anni, un'età in cui i progetti non possono più avere una lunga scadenza. Ma sul 'progetto Italia', Berlusconi ci crede ancora. Il centrodestra unito è in grado di rappresentare l'altermativa politica al PD ed al M5S e lui si sente ancora 'leader in pectore', nonostante Salvini, nonostante tutto e tutti. Per scendere in campo però stavolta ha bisogno di un vero assist, deve arrivare dalla Corte dell'Unione Europea alla quale ha presentato ricorso per essere riabilitato alla candidatura in parlamento dopo la citata condanna.

Il nuovo corso berlusconiano

Parecchia gente ha ancora fiducia in lui , nonostante i suoi governi non siano stati la svolta politica che gli italiani si aspettavano, quando lo hanno votato in massa permettendogli di sfiorare la maggioranza bulgara in parlamento.

Oggi i posti di lavoro promessi, il 'presidente operaio' e proclami sullo stile del 'meno tasse per tutti' fanno sorridere, tanto quanto un sempreverde 'siamo uomini o caporali' del grande Totò. Eppure ci sono ancora italiani che sperano in un ritorno all'antico e gli manifestano fiducia, come risulta da alcuni tra i tanti sondaggi politici.

Il PD è in crisi, Matteo Renzi viene contestato in giro per l'Italia ed a molti, tradizionalmente indecisi, l'aspetto sempre più politico dei grillini non piace. Se Berlusconi fosse candidabile, potrebbe essere l'uomo in grado di spostare gli equilbri politici, ancora oggi, nonostante tutto. In un centrodestra in cui la Lega ha assunto un ruolo decisamente più importante rispetto al passato, Matteo Salvini parla da leader.

Nel contempo, però, il segretario del Carroccio è probabilmente consapevole che i suoi proclami non catturano i moderati ed è con questa fascia di elettori che si ottiene la maggioranza in parlamento. Berlusconi pertanto dimostra un'incredibile vitalità politica, è disposto a riciclarsi ed è già pronto a guidare le truppe di un centrodestra che sta rialzando la testa. I giornalisti lo inseguono, gli chiedono pareri sulla situazione che si sta delineando in Italia e lui li dispensa da novello Sai Baba. Tiene in piedi il dialogo con Matteo Renzi ed il PD, tanto da far pensare a possibili larghe intese se, come pare, nessuno schieramento avrà la maggioranza assoluta alle prossime Politiche. Ma in questo caso il Cavaliere va oltre ed ha dichiarato il suo disimpegno definitivo da quel mondo che lo vede in pista da oltre vent'anni, nel caso in cui non riesca ad ottenere la maggioranza alle prossime elezioni.

Pertanto non ci saranno larghe intese, Berlusconi proverà ad incantare gli italiani per la quinta volta. Ma in quella che fino a pochi mesi fa poteva sembrare una missione impossibile, avrà certamente elaborato un ragionamento del tutto simile a Giulio Andreotti in un celebre aforisma: 'Sono di media statura, ma non vedo giganti attorno a me'. In realtà la statura non è tra le doti del Cavaliere, ma è altrettanto vero che i giganti della politica hanno lasciato l'Italia da un bel pezzo.