“È stata una giornata incredibile, piena di emozioni e partecipazioni. Ora tocca a noi far sì che tutti possano entrare in ‘Liberi e uguali’. Da parte mia, ci sono”. Con queste parole, pubblicate su Twitter, il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha dato il via al suo nuovo partito. È stata la platea dell’Atlantico live che ha risolto il nome di questa nuova lista unitaria che incontra Mdp-Si-Possibile e cerca di riconquistare tutti i voti dei militanti del centrosinistra rimasti delusi per l’operato di questi anni. Il leader, Pietro Grasso, non è un volto nuovo della politica italiana, ma comunque ha consenso.

Alla ricerca della propria identità

Secondo Grasso il nome “Liberi e uguali” trova ispirazione da una canzone di Lelio Morra, intitolata “Dedicato a chi”, che recita che nulla offre più libertà che essere se stessi. Così il nome della nuova formazione vuole raggruppare tutti, chi sostiene Massimo D’Alema e chi sostiene invece Pier Luigi Bersani. Tutti quelli che hanno creduto nel Partito Democratico e ora si trovano orfani di rappresentanza partitica. Tutti possono essere se stessi e ritrovare la propria identità in “Liberi e uguali”.

Gli esclusi dall’evento

Gli organizzatori hanno precisato che il simbolo della lista “non sarà quello delle tre vele” che è stato presentato durante l’evento di domenica, ma (forse) il dado.

All’assemblea all’Eur di Roma hanno partecipato migliaia di persone. Molte persone sono rimaste fuori dalle porte perché non c’era più spazio in sala. Nicola Fratoianni di Sinistra italiana e lo stesso Pietro Grasso hanno chiesto scusa ai sostenitori rimasti fuori. Per Massimo D’Alema è molto probabile che “Liberi e uguali” possa avere più del 10 per cento.

Una leadership giovane

La leadership di “Liberi e uguali” ha una nuova politica di rinnovazione generazionale. Pier Luigi Bersani, Massimo D’Alema e Nichi Vendola restano in seconda fila, mentre sono i giovani dei tre partiti che si incontrano a prendere il timone. Giuseppe Civati ha dedicato una battuta a Giuliano Pisapia e il partito Campo progressista (“Giuliano, dove Campo vai con Alfano”).

Nicola Fratoianni sostiene che “la radicalità di cui c’è bisogno non è affare della cosa rossa o di questa o di quella personalità". Invece Roberto Speranza ha detto che "siamo il movimento del lavoro, parliamo dello sfruttamento, la parola precarietà non basta più".

Il voto utile

Grasso – come molti degli altri esponenti – non ha nominato l’ex premier Matteo Renzi nel suo intervento. Si è riferito indirettamente a chi non ha accolto i suoi suggerimenti per ridimensionare il partito. “Dopo le mie dimissioni dal Partito Democratico – ha detto il presidente del Senato – molti mi hanno telefonato. Ho sentito tante persone che mi hanno offerto seggi sicuri. Mi è stato chiesto di fermarmi, di fare la riserva.

Mi dispiace ma non ci sto. Non sono calcoli che fanno per me”. Sul voto del 2018, Grasso ha detto che non bisogna avere paura: “L’unico voto utile sarà quello a favore della ricostruzione di una rappresentanza democratica per portare in Parlamento le speranze e le necessità di quella metà d’italiani che non vuole andare a votare”.

Grasso ha un lungo percorso come magistrato antimafia. Ora sta cercando di costruirsi un profilo più politico, legato comunque alla formazione di sinistra. Silvio Berlusconi, tornato in campo, l’ha già individuato come bersaglio elettorale. Nel suo discorso il presidente del Senato ha incluso temi come il lavoro e il welfare e propone “l’identità” della nuova formazione politica secondo l’articolo 3 della Costituzione italiana.