Conferme ufficiali ovviamente non ce ne sono, vista la linea ‘isolazionista’ da sempre seguita dal M5S. Ma dopo l’insediamento di Pietro Grasso al vertice della nuova formazione di sinistra, Liberi e Uguali, avvenuta domenica 3 dicembre, si moltiplicano le indiscrezioni sulla possibilità che il Movimento di Beppe Grillo possa scendere a patti con altri partiti politici dopo le elezioni della prossima primavera. Ad avanzare l’ipotesi di un possibile accordo post urne tra i pentastellati e le truppe di Grasso è oggi il quotidiano La Stampa che riporta persino un virgolettato, anche se di non chiara attribuzione: Luigi Di Maio o, comunque, secondo il giornale, i vertici del Movimento.

Il quotidiano torinese, però, allarga il campo delle possibili alleanze del M5S anche alla Lega di Matteo Salvini. Tutto dipenderà dall’esito delle elezioni e dai numeri che usciranno dalle urne.

Il M5S guarda ‘con attenzione’ a Pietro Grasso

Guardiamo con attenzione a Pietro Grasso. Se i sondaggi si dimostreranno più generosi con lui, si potrebbe aprire un bel ragionamento”. È questa la frase testuale, riportata tra virgolette, pubblicata questa mattina da Ilario Lombardo sul quotidiano La Stampa. Non è chiaro però, al momento, se il succitato virgolettato sia attribuibile direttamente a Luigi Di Maio, a qualche altro pezzo grosso del M55, oppure sia frutto della fantasia del giornalista. Secondo Lombardo i vertici del M5S sarebbero entrati in fibrillazione, scambiandosi ripetuti messaggi, già da domenica sera, a poche ore dall’investitura del presidente del Senato.

Fatto sta che, anche secondo altre fonti, i pentastellati non escluderebbero una alleanza programmatica post elezioni con Liberi e Uguali in caso di exploit nelle urne del nuovo leader Grasso. Solo allora, ecco un altro virgolettato, sarebbe “possibile un’intesa” basata su “convergenze programmatiche”.

I punti di contatto tra M5S e sinistra

Secondo il quotidiano torinese, l’indizio più corposo che confermerebbe uno spostamento a sinistra del M5S a guida Di Maio, sarebbero le recenti dichiarazioni contro il Jobs Act, la Buona Scuola e a favore del ripristino dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, tema notoriamente cavallo di battaglia dei partiti alla sinistra del Pd e ora fatto proprio anche da Liberi e Uguali di Pietro Grasso.

In pratica, i pentastellati starebbero pensando di riprodurre lo schema Bersani del 2013, ma a parti invertite: proporre alla sinistra (allora fu il Pd bersaniano a tentare senza successo questa manovra) non una alleanza vera e propria, ma una convergenza su alcuni temi.

Di Maio premier, Crimi e Taverna favorevoli alla svolta a sinistra

Scenario realizzabile però, altro virgolettato, solo se la sinistra “svuoterà il Pd di Renzi”. Altri temi comuni tra pentastellati e grassiani potrebbero essere reddito di cittadinanza, abolizione dei privilegi per i parlamentari e la gestione della Giustizia. Tutto questo, naturalmente, scrive sempre La Stampa, “a condizione che il governo sia a guida Di Maio” e che Massimo D’Alema rimanga ad operare dietro le quinte. Sempre secondo il quotidiano torinese, diversi parlamentari del M5S vedrebbero di buon occhio l’accordo. Si tratterebbe, tra gli altri, di Paola Taverna, Vito Crimi e Maurizio Buccarella.