Nelle elezioni politiche, nazionali e non, si è sempre parlato di liste candidati a pagamento ma mai era stato pubblicato un documento con il listino prezzi. A quanto pare il Pd, a caccia di fondi, ha stilato un listino per gli aspiranti consiglieri regionali e parlamentari.

Il listino prezzi del PD

Il tutto nasce in piemonte, quando la direzione della Regione ha deliberato un regolamento finanziario insieme a una nota riguardante la partecipazione ai costi delle campagne elettorali per il rinnovo dei parlamentari sostenuto dai candidati. "I parlamentari alla fine del mandato devono 50mila Euro" riporta il Fatto Quotidiano, "I consiglieri della Regione che desiderano entrare in Parlamento ne devono 40mila, mentre i neo candidati 30mila.

I candidati invece in una posizione "non eleggibile" dovranno comunque partecipare alle spese, versando la somma di mille euro. I candidati che dovessero risultare eletti inaspettatamente verseranno successivamente il loro contributo. Vengono esclusi i candidati per i collegi uninominali, in quanto i collegi sono di per sé contendibili".

Tralasciando la legalità o meno di dover pagare per poter essere votati dai cittadini, lascia comunque perplessi questo tipo di approccio alla politica. Questo atteggiamento da parte del PD quasi sicuramente non porterà buona pubblicità al partito e al panorama politico generale, la politica dovrebbe essere intesa come una vocazione e non come un lavoro. Con questo sistema la classe politica non verrà mai sostituita, rimarranno al loro posto sempre gli stessi e ci sarà sempre meno spazio per i giovani.

Il fatto stesso di pagare, tra l'altro così tanto, per poter partecipare a delle elezioni pubbliche denota ovviamente un forte interesse economico dietro le candidature.

Il listino potrebbe essere esteso in tutta Italia

Quanto successo in Piemonte potrebbe a breve essere adottato anche da altre regioni a guida PD. Anche al Nazareno, la direzione nazionale del PD, vista la situazione economica difficile stanno valutando di applicare regole simili a quelle piemontesi.

"Si pagherà per i posti sicuri nelle liste, ma non per candidarsi al collegio" dice l'articolo. Analizzando le volontà del direttivo del PD sembra proprio che vogliano far pagare i candidati che, sicuramente, verranno eletti. Ma la domanda sorge spontanea, se invece non dovessero venire eletti i soldi verrebbero restituiti?