I dati dell'Istituto Superiore della Sanità informano che nel 2016 sono stati registrati 3451 casi di hiv: un netto calo nelle fasce di età al di sopra dei 25 anni. Purtroppo però gli stessi dati dicono che gli individui al di sotto sempre dei 25 anni il calo è minore. Il ministro della Salute Lorenzin afferma che questi dati si riferiscono anche alla percezione del rischio che i giovani di oggi hanno nei confronti dell'Hiv, decisamente inferiore rispetto a qualche tempo fa.

Le campagne social per contrastare la poca informazione sull'Aids

Per questi dati piuttosto allarmanti, specialmente fra i giovani, sempre il ministro della Salute Lorenzin ha avviato una campagna per la lotta contro la poca attenzione verso AIDS e Hiv che ha "colpito" il nostro Paese.

E lo fa proprio in questi giorni, perché la prossima Giornata Mondiale per la lotta all'Aids è venerdì 1 dicembre 2017. Lo scopo è quello di sensibilizzare i più giovani, che essendo poco consapevoli dei rischi mortali a cui vanno incontro, non hanno mai fatto prevenzione per poi presentarsi già gravi nel momento in cui la malattia si fa più manifesta, ovvero con poche possibilità di curarsi.

Le diagnosi e le percentuali

Gianni Rezza, il direttore del Dipartimento malattie infettive dell'Istituto Superiore della Sanità ha inoltre fatto una stima circa le diagnosi effettuate anche fra persone straniere, affermando che circa un terzo sono positivi all'Hiv, circa il 35%. Il 65% dei casi sono eterosessuali.

Dati che sono minori rispetto alle stime effettuate sin dal lontano 1981, quando ci sono stati 69mila casi e 44mila morti, numeri che sembrano quelli di una guerra su vasta scala.

Oggi sono drasticamente diminuiti, ma l'80% dei pazienti affetti da Hiv e Aids non hanno fatto il test, di conseguenza non sono in tempo per effettuare terapie efficaci per contrastarle.

Per far questo è necessario innanzitutto prevenire, e per poter prevenire bisogna far sì che i giovani si informino meglio sulla contrazione di malattie, specialmente quelle sessualmente trasmissibili per non ammalarsi senza possibilità di potersi curare.

Oggi, con la medicina e la scienza che hanno fatto passi enormi, si può fare cultura su questo problema ancora piuttosto sconosciuto ai più e ai più giovani, che tendenzialmente non tengono conto dei pericoli a cui vanno inevitabilmente incontro una volta avviata la propria attività sessuale.