Numerosi contagi a causa del virus influenzale. Molte persone fortunatamente sono state immunizzate dal vaccino antinfluenzale, altre purtroppo sono state costrette a letto proprio durante le festività natalizie. Ma la quiete sembra essere ancora lontana.

Tipologie di virus e sintomi

Secondo Il Centro Europeo per il Controllo delle Malattie, a colpire il sistema immunitario sono i virus A (H3n2) e B Yagamata. Si tratta di due ceppi virali che avevano già colpito durante la scorsa stagione 2016/2017. Tuttavia non è ancora possibile stabilire con certezza se ci sono state delle variazioni nei virus.

Ipotesi molto probabile data la forte incidenza e la pregressa epidemia del virus B. Secondo quanto rilevato dall'Istituto Superiore della Sanità (ISS), l'unica certezza sta nella prevalenza del ceppo B sul ceppo A. Con un'incidenza del 61% infatti, il ceppo B circola dall'anno 2009 ogni 2-3 anni registrando il picco più alto con un leggero ritardo rispetto al ceppo A.

Rispetto allo scorso anno, i decessi registrati sono stati quasi 2000 in più. Le regioni maggiormente colpite sono il Piemonte, la provincia di Trento, l'Emilia Romagna, la Toscana, il Lazio e la Calabria. Bambini e anziani sono i soggetti più deboli. I sintomi che si riscontrano nei casi più lievi riguardano i classici brividi di freddo, la febbre alta e dolori articolari.

I meno fortunati presentano anche malessere gastro intestinale.

I consigli degli esperti

I medici consigliano di non lasciarsi intimorire facilmente ma è importante non sottovalutare il pericolo. Il consiglio è quello di prendere le dovute precauzioni. In caso di contagio, è opportuno osservare il riposo a casa per almeno una settimana.

Evitare colpi di freddo e assumere liquidi a sufficienza sono buone norme di profilassi. Seguire le norme igieniche di base può rivelarsi un valido elemento di precauzione. Non assumere farmaci se non dietro prescrizione medica è fondamentale per non incorrere in ricadute.

Il parere dell'epidemiologo

Il Dottor Giovanni Rezza, epidemiologo e direttore del reparto malattie infettive dell'ISS, spiega a Il Giornale che chi non si è ancora sottoposto al vaccino, potrebbe essere ancora in tempo per evitare il contagio.

Se il virus è già nell'organismo, ovviamente il vaccino risulterebbe inefficace. Tuttavia, il periodo di picco massimo non è ancora stato raggiunto, ed è previsto per la fine del mese di gennaio. Per tale ragione, Rezza consiglia il vaccino per ottimizzare le possibilità di evitare l'influenza. L'ipotesi di contagio non deve essere sottovalutata soprattutto dai soggetti più deboli: anziani, diabetici, bambini e donne in gravidanza. Questi contraendo il virus potrebbero andare incontro a complicanze.