Un fotografo ci spiega com'è farsi un giro in Corea del Nord

Un fotografo ci spiega com'è farsi un giro in Corea del Nord
Diritti d'autore Michal Huniewicz
Diritti d'autore Michal Huniewicz
Di Emma Beswick
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Michal Huniewicz ha fatto parte di un piccolo gruppo che ha girato il Paese nel 2015. Lì ha scattato diverse fotografie clandestinamente

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Le ultime foto di Huniewicz, dal titolo "You will go to sleep", sono il terzo capitolo di una serie in quattro parti e hanno portato il fotografo di origine polacca a ricevere mail decisamente sgradevoli, cariche di odio e di minacce di morte.

Huniewicz ha raccontato a euronews tanti dettagli del suo tour in Corea del Nord e come abbia affrontato le ripercussioni della pubblicazione delle immagini realizzate lungo il percorso.

Entrare nel Paese

Huniewicz ha detto di aver viaggiato in Corea del Nord in treno dalla Cina. Un americano del suo gruppo non è riuscito a prendere il treno e ha dovuto optare per l'aereo. Ha raccontato che a bordo del cargo Air Koryo, la compagnia di bandiera nordcoreana, "tutto era vecchio" e non pensava "che gli standard di sicurezza fossero rispettati". 

I controlli all'arrivo

Il fotografo ha detto che i controlli dei passaporti all'interno del confine nordcoreano sono durati in totale tre ore, Ha visto le guardie controllare i computer portatili del gruppo, cancellare i file del film "The Interview" - una commedia americana incentrata su un'intervista a Kim Jong- e di un documentario sulla Jugoslavia.

Huniewicz ha detto che le guardie hanno minacciato che chiunque fosse stato trovato con pornografia avrebbe subito la confisca del dispositivo e che le immagini sarebbero state mostrate all'intero gruppo per imbarazzare il protagonista. 

Successivamente, sia i telefoni cellulari che le telecamere sono stati controllati e tutte le telecamere con  obiettivo superiore a 200 mm non sono state fatte entrare nel paese.

Dove sei autorizzato ad andare

Huniewicz ha trascorso quasi tutto il suo viaggio a Pyongyang, alloggiando in un hotel destinato agli ospiti stranieri.

"Se non siete cinesi o non venite da un paese amico o comunista e viaggiate con un gruppo riconosciuto come tale, allora lloggerete in quell'hotel", ha raccontato.

Agli ospiti è stato severamente vietato di visitare il quinto piano "segreto" per il quale l'ascensore non aveva un pulsante.

Si tratta dell'area off limits dello stesso albergo dove il defunto studente americano Otto Warmbier è stato accusato di aver rubato un manifesto propagandistico.

Oltre a Pyongyang, il gruppo di Huniewicz ha visitato anche la DMZ, una zona demilitarizzata creata dopo la guerra di Corea, e la Mangyongdae Native House, la casa dove è nato Kim Il-sung, il primo dei leader della dinastia Kim.

La DMZ in Corea del Nord
Michal Huniewicz

Viaggiando da Pyongyang ad altre destinazioni, il fotografo ha notato che i nordcoreani camminano o usano la bici per spostarsi. I veicoli sono una rarità.  

In bicicletta, ovunque
Michal Huniewicz
Coppia locale sorridente
Michal Huniewicz
Lungo un sentiero fuori città
Michal Huniewicz

"Abbiamo chiesto se qualcuno aveva un'auto e hanno risposto: 'non hai bisogno di un' auto nella tua vita perché si può andare ovunque in autobus'. Questo significa però che non puoi andare da nessuna parte spontaneamente. Sembra che abbiano bisogno di un permesso per viaggiare", ha continuato. 

Restrizioni al tour

Huniewicz ha detto che c'erano da due a tre guide con il suo gruppo, sempre e in ogni momento. Una davanti e una dietro. 

La guida del gruppo in Corea del Nord
Michal Huniewicz

Huniewics ricorda che hanno tenuto d'occhio i turisti americani e si sentiva come se stessero costantemente guardando il gruppo,"in attesa che facessero un errore".

"Non c'è nulla che puoi fare senza di loro. Non appena si lascia l'hotel bisogna stare con loro", ha detto.

Questa costante sorveglianza ha ispirato il titolo della serie fotografica:  "You will now go to sleep", "Ora andrai a dormire". E' quanto ad un certo punto le guardie hanno detto ai membri del gruppo per impedire loro di guardare fuori dal finestrino del minivan mentre questo viaggiava da un punto all'altro.

Tuttavia, la cosa che ha sconvolto Huniewicz è quanto alla fine si fosse abituato ad essere controllato dalle guardie. In soli quattro giorni, un trattamento così invadente era diventato un po' come una "seconda natura".

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Si possono scattare fotografie?

Huniewicz ha detto che il soggetto delle fotografie del gruppo era rigorosamente controllato. In un caso ha scattato una fotografia della schiena di un soldato e questo ha infranto le regole: andava bene invece un'immagine del militare in piedi davanti a lui. 

Un soldato nordcoreano
Michal Huniewicz

Le guardie hanno detto all'inizio del tour che se alcuni membri del gruppo fossero stati trovati con foto illegali al momento di lasciare il Paese sarebbero stati arrestati e trattenuti. 

Per nascondere le sue fotografie "illegali", Huniewicz ha dovuto ricorrere a molti stratagemmi tra cui riempire "centinaia" di schede di memoria che nascondeva in diverse tasche della sua borsa, usando diverse foto di paesaggi per "seppellirle".

Ha anche cambiato il suo menu della fotocamera in polacco in modo che le guardie non riuscissero a capirlo, sostituendo l'obiettivo con uno più piccolo per renderlo meno minaccioso alla vista. Gli esperti tecnici che hanno controllato le sue attrezzature però non rappresentavano veramente un rischio in quanto la loro conoscenza era "ferma ad alcuni decenni fa".

Ci torneresti mai?

"Delle persone sono state uccise a causa delle tue fotografie. Anche le famiglie delle guide turistiche sono state uccise ed è tutta colpa vostra", si legge in uno dei messaggi ricevuti dopo la pubblicazione delle prime foto.

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Astanti curiosi
Michal Huniewicz

Huniewicz ha detto che le minacce di morte sono meno preoccupanti della posta piena di messaggi d'odio. Esse erano generiche. Alcuni dei messaggi ricevuti, invece, contenevano dettagli su suo padre che lo hanno sorpreso. 

Il fotografo ha detto di sentirsi in colpa per il denaro versato al regime, che ritiene essere "uno dei più iniqui e crudeli sulla terra".

"Non voglio tornare in Corea del Nord, è stata un'esperienza terribile", ha concluso. "E non credo che sarebbe sicuro, oltretutto".

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