La presidente costituzionale del Brasile Dilma Rousseff ha annunciato domenica 8 che denuncerà la persecuzione contro l’ex mandatario Luiz Inácio Lula da Silva nelle università e nelle istituzioni accademiche della Spagna e degli Stati Uniti, come ha informato la catena multi statale Telesur.
Con un comunicato, la Rousseff ha assicurato che Lula è divenuto un “prigioniero politico”, vittima di una persecuzione implacabile dei suoi avversari, che utilizzano le loro risorse per "squalificare il suo ruolo di fronte alla storia e al popolo brasiliano”.
Nel documento, Rousseff ha sostenuto che la prigione per Lula rappresenta "una tappa* del colpo iniziato nel 2016", dopo il processo di “impeachment” approvato dal Congresso brasiliano contro la presidente "senza crimini di sorta commessi o provati".
«I media brasiliani golpisti tentano in forma vergognosa di negargli la condizione di prigioniero politico. Così come hanno negato il colpo del 2016 e fingono di non vedere l’ascensione del fascismo nel paese e la violenza dell’estrema detra», ha assicurato la mandataria costituzionale del Brasile. (GM – Granma Int.)