Romano Prodi esprime apprezzamento nei confronti della Cina per il suo impegno nella costruzione di una comunità globale dal futuro condiviso
  2017-12-04 17:30:28  cri
Da giovedì 30 novembre a domenica 3 dicembre, si è tenuto a Beijing il Dialogo di alto livello fra il Partito Comunista Cinese e i Partiti del resto del Mondo. Il tema del dialogo è stato "Costruire una comunità globale dal futuro condiviso, costruire assieme un mondo migliore: le responsabilità dei partiti". Hanno partecipato a questo evento oltre 600 rappresentanti cinesi e stranieri, fra cui circa 300 leader dei partiti e delle organizzazioni politiche provenienti da oltre 120 paesi. Sabato 2 dicembre l'ex presidente del Consiglio italiano e della Commissione Europea Romano Prodi ha partecipato al dialogo e ha pronunciato un discorso durante la riunione speciale di gruppo dal tema "Guidare la costruzione di una comunità globale dal futuro condiviso: il ruolo e le responsabilità dei partiti".

Nel corso di questo incontro, Romano Prodi ha espresso le proprie opinioni in merito ai problemi e alle sfide che i partiti del mondo si trovano a dover affrontare nella nuova era, e al ruolo che questi devono svolgere nella governance globale e nella costruzione di una comunità globale dal futuro condiviso. Prodi ha anche lanciato un appello affinché i partiti del mondo svolgano un ruolo positivo nella costruzione di un grande avvenire. Durante un'intervista esclusiva rilasciata a Radio Cina Internazionale, Prodi ha manifestato il suo apprezzamento nei confronti della Cina per il suo impegno nella costruzione di una comunità globale dal futuro condiviso e nella promozione della coesistenza tra le varie civiltà del mondo:

"Quello che mi interessa molto è proprio il grande rispetto per la diversità, o, in altri termini, il metodo per andare d'accordo. In questi due volumi ci sono infiniti dettagli, ma il messaggio è: abbiamo un quadro in cui ci possono stare tutti i nostri colori dentro, e costruire in fondo una certa armonia. Questo è il messaggio, che è importantissimo, perché è l'unico modo per evitare gli scontri. C'è una proposta cinese che non vuole assolutamente imporre il sistema cinese al resto del mondo, e che esige altrettanto rispetto dal resto del mondo".

Prodi visitò per la prima volta la Cina nel 1984. Ad oggi, ha effettuato una decina di visite nel Paese, testimoniando di persona lo sviluppo economico e sociale della Cina e il cambiamento del suo ruolo nella governance globale:

"Io ho vissuto il cambiamento perché quando ero il presidente della Commissione Europea, i primi anni di questo secolo, presi come presidente l'iniziativa del Protocollo di Kyoto per la protezione dell'ambiente, e sia gli Stati Uniti che la Cina erano contro questo. Adesso la Cina è veramente una forza trainante per il miglioramento comune del pianeta. Questi sono cambiamenti storici. Ed è interessante come nel vertice di Parigi la Cina è rimasta coerente, mentre gli Stati Uniti hanno fatto marcia indietro, stanno ritornando in un periodo storico, in cui non ci si rendeva conto della necessità di lavorare insieme per il futuro del pianeta. Questo è solo uno degli aspetti che emergono dal discorso del presidente Xi, ma tante altre tessere di questo mosaico vanno nella stessa direzione. La 'Belt and Road' è una proposta che va nella stessa direzione, cioè cooperiamo, lavoriamo insieme perché il destino non può che essere comune, però, e questa è l'altra parte del discorso del presidente, una globalizzazione dal punto di vista economico e basata sulla cooperazione tecnico-scientifica, ma anche conservando la propria diversità nella struttura politica. Quindi una coesistenza di diversi sistemi. Questo è interessante perché aiuta certamente a conservare la pace, cioè a non interferire all'interno della politica degli altri Paesi, e in questo senso la 'Belt and Road' è un aspetto innovativo anche dal punto di vista politico".

Dal rapporto presentato al XIX Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese emerge che l'economia cinese è passata da una fase di rapida crescita a un periodo di sviluppo di alta qualità. A tal proposito, Romano Prodi, che è anche un economista, ha manifestato la sua comprensione e ha dato un suo suggerimento:

"Sono pienamente d'accordo. Il rapporto naturalmente ne sottolinea gli aspetti politici, e sono d'accordo analizzando anche il momento economico, cioè la Cina non è più un Paese a basso costo del lavoro, perché ce ne sono dei più bassi, qui intorno c'è il Myanmar, c'è il Vietnam, il Bangladesh, e tutta l'Africa. Quindi è finito questo periodo storico. E poi la Cina ha ormai un livello tecnologico e scientifico elevatissimo. Allora, se Lei mette insieme queste due cose, trova che le imprese cinesi o diventano globali, come sono tutte le imprese avanzate nell'Occidente, oppure non riusciranno mai a fare l'ultimo salto innovativo. Diventare globali significa, secondo me, ovviamente essere presenti in Europa e negli Stati Uniti, perché solo così uno ha un quadro completo del progresso tecnologico e una dimensione sufficiente nel mercato. Ma penso che sia più facile e più immediato il rapporto con l'Europa. Secondo me è il momento di avere un rapporto profondo per il futuro: regole comuni e simmetriche per il futuro, proprio da scrivere adesso. Certamente è stato un messaggio molto positivo quello che noi abbiamo ricevuto, quell'abbassamento delle dogane, la scorsa settimana, di tanti prodotti che interessano l'Europa, io l'ho interpretato come un segnale che attenua la possibilità di tensioni, ecco dobbiamo approfittare di questo per costruire rapporti positivi di lungo periodo".

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