La ditta non assume presunti affiliati alla cosca e danno fuoco a un autocompattatore: un arresto

Nel mirino l’Avr, l’impresa allora incaricata del servizio di nettezza urbana a Condofuri. Il 38enne, ritenuto vicino alla cosca di ‘ndrangheta “Rodà-Casile”, in manette con l’accusa di danneggiamento e tentata estorsione
di Redazione
14 febbraio 2018
08:09
Il mezzo incendiato
Il mezzo incendiato

A Condofuri, i Carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di Andrea Casili (in foto), 38 anni, pregiudicato del luogo, accusato di danneggiamento e tentata estorsione, aggravati dalle modalità mafiose.


Il provvedimento scaturisce da una meticolosa attività investigativa svolta,sotto le direttive della Direzione Distrettuale Antimafia reggina,dai militari della Stazione Carabinieri di Condofuri San Carlo, che ha consentito di accertare il 38enne quale responsabile, in concorso con altri soggetti allo stato ignoti, dell’incendio di un auto compattatore ai danni della Avr, ditta al tempo incaricata del servizio di nettezza urbana del comune reggino.


I fatti

In particolare, nella notte del 18 maggio 2014, nei pressi dell’ex plesso scolastico “Bachelet” di Condofuri Marina,è stato dato alle fiamme un autocompattatore del valore di oltre 150mila euro, appartenente alla ditta. Le fiamme, poi, hanno interessato, danneggiandoli irreparabilmente, anche altri due mezzi d’opera appartenenti all’amministrazione comunale.

Le mancate assunzioni e la ritorsione

Sin dalle prime battute d’indagine, l’episodio è stato inquadrato nel chiaro intento della locale cosca di ‘ndrangheta “Rodà-Casile” di affermare il proprio “controllo” del territorio e, nello specifico, sulle attività economiche che colà esercitano. L’evento è stato qualificato come ritorsione contro la società per non aver autorizzato l’assunzione di alcuni personaggi ritenuti contigui alla cosca, tra i quali l’odierno arrestato: in tale contesto sarebbe maturata la decisione di dare esecuzione al grave danneggiamento.

L'arresto di Casili

Già nell’immediatezza dei fatti i carabinieri hanno raccolto importanti elementi indiziari a carico del giovane, suffragati dalle dichiarazioni di alcuni testimoni che lo avevano notato nei presi dell’ex edificio scolastico, in orari compatibili con il danneggiamento e dai successivi riscontri investigativi.


Pochi mesi dopo l’accaduto peraltro, taluni sospetti sullo spessore criminale di Casili hanno trovato conferma all’esito di una perquisizione domiciliare che hanno rinvenuto una pistola con matricola abrasa e lo hanno arrestato, in flagranza di reato, per detenzione illecita di arma da fuoco. Al termine delle formalità di rito, è stato tradotto nella casa circondariale di Reggio Calabria-Arghillà.

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