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Pera, nuove frontiere dell’export

Salone Internazionale: produzione in aumento, da potenziare la vendita estera

18 novembre 2017
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Un’altra giornata di straordinaria affluenza per il Salone Internazionale della Pera, ormai un punto d’incontro privilegiato della filiera italiana e crocevia di tecnici, esperti e buyer internazionali, provenienti da paesi tradizionalmente importatori come Germania e Spagna, ma anche da potenziali mercati extra-europei. Soddisfazione anche da parte delle aziende espositrici, che hanno puntato sull’alta specializzazione di FuturPera per rivolgersi a un ampio pubblico del settore agricolo. E sono state proprio produzione, consumi, sfide di mercato e le nuove prospettive di commercializzazione le protagoniste dell’importante convegno del World Pear Forum “Mercato e consumi: i nuovi trend e le sfide future”. Davanti a una sala gremita, Gianni Amidei, presidente di Oi Pera, ha aperto il forum con una sintesi della produzione 2017.

«Gli ultimi dati relativi all’Italia, primo paese produttore di pere europeo – ha spiegato il presidente di Oi - indicano una produzione di circa 735.000 tonnellate (+8% rispetto al 2016), un valore che rientra nella media produttiva degli ultimi anni. L’Abate è una delle cultivar che ha registrato gli aumenti più consistenti, con oltre 320.000 tonnellate (+10%), seconda la William B.C con 160.000 (+3%) e a seguire Conference – la varietà più diffusa in Europa - con 61.000 (+2%) e Kaiser con 41.000 (+12%. Una produzione non eccedentaria, associata a una buona qualità dei frutti lascia ben sperare in un regolare svolgimento della stagione di commercializzazione, come indicato dai primi rilievi sull’andamento delle vendite». Si tratta, dunque, di una buona annata che dovrebbe favorire le esportazioni, attualmente partite in maniera abbastanza contenuta, come ha evidenziato Marco Salvi, Presidente di Fruitimprese

«Attualmente l’export è ancora orientato verso destinazioni “tradizionali” prevalentemente entro i confini dell’Unione Europea. Importante sarebbe aumentare la penetrazione del nostro prodotto verso paesi potenzialmente ricettivi come Canada, Messico, Usa, Brasile, Sud Africa, India, Vietnam, Russia, Cina».