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Il ministro: «Più risorse per continuare a crescere»

di Alessandra Mura
Il ministro: «Più risorse per continuare a crescere»

Attesa l’approvazione alla Camera di ulteriori finanziamenti per la ricerca «Il Meis ha un futuro internazionale, la conoscenza antidoto alle paure di oggi»

14 dicembre 2017
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Il Meis è nato, ma deve ancora diventare grande. E per farlo crescere, non solo realizzando tutte le cinque sezioni previste, ma mantenendo l’attività di scientifica e culturale, serviranno altre risorse unendo forze pubbliche e private.

Il ministero dei Beni Culturali Dario Franceschini, primo firmatario della legge costitutiva del Meis, nel giorno dell’inaugurazione del museo guarda al futuro e punta a rinnovare quel consistente «impegno di Stato» che ha visto un finanziamento di 50 milioni di euro per arrivare al completamento della struttura.

Ma perché il Meis respiri, e non venga meno ai suoi compiti di studio e ricerca, ha detto il ministro, il sostegno economico non dovrà venire meno. Per un soffio Franceschini non ha potuto annunciare alla platea inaugurale l’arrivo di altre «consistenti risorse», previste da un emendamento in corso di approvazione alla Commissione Bilancio della Camera: «Speravo che passasse già oggi, dovrebbe essere questione di poco».

Ma se è mancata la ciliegina, la torta è stata comunque dolcissima: «Questa per me è una giornata emozionante, perché si compie un percorso iniziato anni fa, nel 2003. L’idea è nata qui, durante una discussione con Vittorio Sgarbi e Alain Elkann; ero diventato parlamentare da poco, e insieme a me a firmare la legge costitutiva del Meis sono stati tutti i capigruppo, merce davvero rarissima nella politica italiana». Poi la svolta, nel 2006, quando «si trovò un equilibrio intelligente individuando Roma come sede del Memoriale della Shoah, e Ferrara del museo della storia dell’ebraismo».

Altro non poteva essere, perché «a Ferrara l’ebraismo è dentro le pietre e le persone. È la città che ha accolto la comunità in secoli difficili, ma è anche la città conosciuta nel mondo grazie all’opera letteraria di Giorgio Bassani, con turisti che ancora oggi chiedono invano dove si trovi il giardino dei Finzi Contini, mentre il giardino in realtà non esiste, se non nell’anima».

Un legame forte, una contaminazione a tutto tondo. Impossibile per il ministro non ricordare un posto speciale, la trattoria “Nuta” di via Mazzini: «Ci lavorava la mamma di mia zia, e là ho conosciuto i piatti di storione e caviale preparati secondo le ricette ebraiche tramandate di generazione in generazione».

Una contaminazione destinata a continuare, incidendo sullo stesso paesaggio urbano ferrarese. «Il completamento del Meis sarà un esempio di architettura contemporanea di grande qualità, e ben vengano questi “innesti” anche in città storiche, specie se in un contesto così fortemente simbolico».

«Quella degli ebrei - ha proseguito il Ministro - è una storia incredibile, bellissima, ricca, piena di dolori e gioie, speranze e delusioni, e poco conosciuta, che il Meis contribuirà a far conoscere». Per questo, ha ribadito Franceschini «occorre fare un investimento sul futuro scientifico del Museo e puntare sul turismo scolastico che può essere di livello internazionale».

Il Meis ha già avuto importanti vetrine mondiali con le presentazioni a Gerusalemme e a New York, e la presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’inaugurazione di ieri, ha concluso il ministro, «è un segnale di grande attenzione. Lo Stato italiano sarà al fianco del Meis anche nei prossimi anni per sostenerne il compito di diffusione della conoscenza, l’antidoto più forte alla paure del nostro tempo».