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Don Zanella saluta tutti I parrocchiani: uno di noi

Don Zanella saluta tutti I parrocchiani: uno di noi

Ieri l’ultima messa a Lido Estensi tra tanti comacchiesi e anche turisti estivi. Il sindaco Fabbri: non ha paura di dire le cose come stanno e di far sognare 

29 gennaio 2018
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LIDO ESTENSI. «Le messe in spiaggia, al tramonto o in salina, momenti unici che risvegliano i sensi e riaccendono la fede. Le tante confessioni, i molti colloqui, le belle passeggiate e le faticose critiche. Questo è ciò che mi accompagnerà nel mio nuovo cammino da parroco. Auguro a voi e a chi vi accompagnerà dopo di me, di continuare ad essere così gioiosamente sfrontati nel pretendere un sacerdote, che odori del proprio gregge».

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Nel saluto che don Stefano Zanella ha riservato ieri mattina alla comunità del Lido degli Estensi, durante la messa festiva di commiato, c'è molto di più delle parole commosse di un parroco che lascia una parrocchia, per intraprendere un'altra avventura pastorale. In quel saluto è racchiusa l'essenza di un percorso di fede condiviso a pieni polmoni con la sua gente, non solo nell'ambito della vita parrocchiale, ma anche tra le numerose iniziative organizzate sul territorio, che lo hanno reso "uno di noi", come ha sottolineato una delle giovani catechiste intervenute. I sorrisi si sono mescolati alle lacrime di commozione per tutta la durata della cerimonia liturgica, dove non sono mancate le sorprese. L'associazione di promozione sociale "Noi che ci crediamo ancora" ha lasciato un salvagente con tante foto ricordo in dono a don Stefano, nominato nuovo parroco della parrocchia dell'Immacolata Concezione di Ferrara.

Tra gli omaggi, anche una chitarra, una scatola gigante da pizze da asporto colma di messaggi d'affetto, un presepe in miniatura, realizzato da un parrocchiano ed alcuni manifesti con immagini di vita comunitaria del Lido degli Estensi. Toccante anche la testimonianza d'affetto di un gruppo di "parrocchiani estivi", giunti proprio per salutare l'amato parroco. «Il sacerdote, senza comunità, è un uomo perduto», ha detto tra le lacrime don Stefano-. E anche il sindaco Marco Fabbri ha riconosciuto in don Stefano «la capacità, senza confini, di avvicinare gente alla tua parrocchia. Il tuo merito - ha aggiunto - è quello di non aver paura a dire le cose come stanno, di far sognare, il tuo istinto dialogante, la tua ironia, la tua diplomazia, il tuo essere ingegnere non solo dell'anima».

Katia Romagnoli