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Delitto Bergamini, indagato anche il marito della ex fidanzata

Denis Bergamini
Denis Bergamini

Nell’inchiesta per la morte di Denis, il calciatore del Cosenza scomparso 29 anni fa, adesso spunta l’ombra della Camorra. Si indaga su droga e calcio scommesse. L'avvocato Anselmo, per la famiglia: la vicenda è ancora più inquietante. Altri sei mesi di indagini

07 febbraio 2018
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BOCCALEONE. Nuovi sviluppi nell’inchiesta della Procura di Castrovillari sulla morte di Denis Bergamini, il calciatore di Boccaleone morto nel Cosentino ormai 30 anni fa. Luciano Conte, marito dell’ex fidanzata di Bergamini, Isabella Internò (indagata insieme al camionista Raffaele Pisano per la morte del giocatore), entra nel registro degli indagati; in più, dietro al delitto, potrebbe addirittura esserci l’ombra della Camorra.

«Tutto questo conferisce alla vicenda tinte ancora più fosche e inquietanti», ha affermato Fabio Anselmo, legale difensore di Donata Bergamini.

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Luciano Conte, ex squadra mobile di Palermo e amico di famiglia della Internò, trasferito alla polizia giudiziaria di Paola e amico dell’ex calciatore Michele Padovano, nel corso di questi anni era stato più volte interrogato ma i verbali degli interrogatori sarebbero andati smarriti. Ora bisognerà stabilire quale ruolo, dal momento che la Procura ha sempre scartato la pista passionale, il marito di Isabella Internò possa aver avuto in questa vicenda. «Siamo in una delle fasi più delicate del percorso, forse a quella cruciale», spiega l’avvocato ferrarese.

Si resta col fiato sospeso, la voglia di premere sull’acceleratore per mettere finalmente la parola fine su questa storia c’è, ma è meglio essere prudenti e «aspettare ulteriori sviluppi», come dice Anselmo. La Procura ha sempre parlato di un vasto giro di calcio scommesse e anche di droga. La novità è che questa rete illegale potrebbe aver preso impulso dal clan camorristico Zaza.

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L’inchiesta relativa alla morte di Denis in questi mesi si sarebbe ampliata notevolmente e sarebbero molte le persone ascoltate fino ad oggi. «I risultati dell’incidente probatorio da noi richiesto - conclude l’avvocato Anselmo - hanno dato nuova spinta all’inchiesta e ora potremmo essere davvero vicini alla verità finale».

Per la chiusura delle indagini potrebbero essere necessari altri sei mesi. (s.g.)