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«Cento milioni su Ferrara da quando sono ministro»

«Cento milioni su Ferrara da quando sono ministro»

Franceschini, dicastero-record e spinta sui fondi culturali: altri soldi in arrivo Carife costerà voti? «Salvato il possibile». La sicurezza? «Rinforzi a primavera»

11 febbraio 2018
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I quattro anni di Dario Franceschini al vertice del ministero della Cultura, un record nazionale che sarà festeggiato in campagna elettorale con un’intervista di Giovanni Minoli, hanno portato a Ferrara oltre 100 milioni di euro per investimenti in beni culturali. Il conteggio è opera dello stesso Franceschini, «stanco - racconta - di sentire i concorrenti al collegio Camera Ferrara recitare il ritornello, molto offensivo, del ministro che si sveglia adesso in campagna elettorale. Dicano loro cos’han fatto per la città, e sto parlando non di denunce di cose che non funzionano, ma di soluzioni». E per diretti concorrenti Franceschini intende «i candidati di M5s e Lega, perché intendiamoci, in questo collegio il titolo di deputato territoriale in più ce la giochiamo in tre. Quindi è oggettivo che ogni voto a Leu e non a me, ad esempio, avvicina la vittoria leghista o pentastellata, e lo dice uno che ha lavorato per evitare la scissione e s’impegnerà anche dopo le elezioni per ricucire». E il ministro arriva a sfidare Salvini e Di Maio, «vorrei proprio vederli a fare il premier, magari sei mesi a testa».

I risultati, dunque. Nella lista distribuita da Franceschini ci sono 44 progetti finanziati direttamente dal ministero della Cultura che riguardano in specifico la provincia. Si va dai 7,7 milioni per la Cattedrale ai 32 in due tranche per il Meis («sono stati aumentati anche i fondi di gestione»), dai 2,3 della chiesa di San Francesco agli oltre 8 del quadrivio Rossettiano-Palazzo Massari. «Da questa lista sono esclusi i fondi del terremoto e gli interventi che stanno per essere varati da Cipe e legge 140, mi attendo notizie in merito tra una quindicina di giorni ma non dico altro, prima gli annunci ufficiali» non si spinge oltre il ministro.

L’elenco delle cose fatte non si ferma qui. Dopo la Brexit è arrivata una medaglia prestigiosa da appendersi al petto, la sede stabile dell’Orchestra giovanile europea, qui grazie al rapporto con Abbado ma anche al lavoro «con il Comune e la Rai, che è main partner dell’iniziativa. E non si tratta solo di un’operazione culturale importante, arrivano in città centinaia di giovani musicisti in rapida turnazione». La lista si allunga fino alla costituzione dei comitati per le celebrazioni di Bassani e Rossetti, e l’accordo per la valorizzazione dei beni demaniali, passato alla cronache cittadine come “la giornata dei tre ministri”, il 12 ottobre 2015, del quale a dir la verità si sono perse un po’ le tracce, ma che secondo il ministro ha «prodotto un tavolo che procede e fa risultati». Franceschini arriva ad ascriversi anche lo sblocco della tangenziale Ovest, i fondi di edilizia scolastica e il Parco del Delta interregionale, «grazie anche al ministro Galletti e ai governatori Zaia e Bonaccini. Vedrete, sarà un volano di turismo internazionale, con numeri importanti».

Quando si aprono i due capitoli più delicati, Carife e sicurezza, Franceschini non si tira indietro. «Quanti voti perderò a causa dei 32mila azzerati? Non lo so, chi è al governo diventa automaticamente l’obiettivo di tutti. Ricordo che in una banca tecnicamente fallita sono stati salvati tutti i correntisti, risarciti gran parte degli obbligazionisti e ora si sta affrontando il tema azionisti, con il ristoro ancorato ai fondi dormienti che, una volta definite le regole, garantiscono la possibilità di ampliamento della somma attuale di 100 milioni». Nei prossimi giorni è previsto l’arrivo in città del sottosegretario Pier Paolo Baretta per incontrare gli azzerati. Quanto alla sicurezza, «i militari dell’operazione Strade sicure non sono la soluzione dei problemi, ma vedo anche ogni giorno una nuova operazione di polizia alla Gad: giusto, perché uscire di casa sicuri è un diritto, e in primavera arriveranno rinforzi. Bene anche le politiche di Minniti sugli immigrati, dietro chi vende borse c’è spesso il racket».

Un tema d’impegno? «Il totale recupero del progetto E55, è un corridoio d’importanza europea» è la promessa di Franceschini.

Stefano Ciervo

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