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L'intervista

Il questore di Ferrara: «L’esercito? Qui fino alla fine del 2019»

Il questore di Ferrara: «L’esercito? Qui fino alla fine del 2019»

Pallini: quella dei militari è un’azione efficace, ma a ottobre arrivano 12 poliziotti La circolare Gabrielli? Ci sono organismi di vigilanza che valutano caso per caso 

29 aprile 2018
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FERRARA. Da Roma ha portato l’esperienza maturata in oltre 25 anni di servizio, durante i quali ha ricoperto diversi incarichi nella polizia di Stato. Da Macerata è arrivato dopo oltre due anni di direzione di una questura, la prima della sua carriera. Giancarlo Pallini, 58 anni, di Casal Di Principe (Caserta), guida dal 20 novembre scorso la questura estense.

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I cittadini chiedono più sicurezza ma spesso i dati forniti dal ministero o dalle forze dell’ordine raccontano un’altra storia: i reati sono in calo.

«Nel primo trimestre del 2018 a Ferrara il numero dei furti è diminuito, da 1069 a 1031, ma aumentano quelli con destrezza, passati da 100 a 194 mentre le rapine sono calate da 14 a 8. La polizia ha arrestato 22 persone e ne ha denunciate 94. Possiamo dire che va tutto bene? No, i reati devono diminuire, l’obiettivo deve essere sempre di portarli più vicini allo zero. Non ci si può “accontentare”, il cittadino va ascoltato e la sua richiesta di sicurezza non va ignorata».

Le forze dell’ordine hanno messo a segno importanti operazioni nei mesi scorsi contro lo spaccio degli stupefacenti. Ma quel “mercato” sembra comunque in buona salute.

«Dietro lo spaccio c’è una filiera che spesso parte da molto lontano. L’idea di una rapina può nascere e maturare invece in un ambito più ristretto. Sulla droga si deve lavorare in una prospettiva che può anche essere lunga, i risultati poi arrivano ma ci vuole tempo».

Spesso droga e immigrazione vengono associate e quasi confuse come se si trattasse di due facce della stessa medaglia. Più immigrati = più droga. Non è uno scenario troppo semplice?

«Sì. La chiave è la domanda, l’offerta può arrivare da un immigrato o da un cittadino nato e cresciuto in Italia. Per questo motivo stiamo lavorando con le scuole e con le istituzioni, nelle ultime settimane abbiamo gestito 44 incontri pubblici. Proseguiremo con l’educazione alla legalità, con la sensibilizzazione degli studenti e di altri soggetti che partecipano alla vita sociale».

Il controllo del territorio è un elemento chiave nella lotta alla criminalità. Quanto “pesa” il presidio dell’esercito che da alcuni mesi opera nel quartiere Gad?

«Tra marzo e aprile i militari hanno eseguito 20 interventi, spesso si scopre e si sequestra della droga nei luoghi più impensati. Il contingente resterà a Ferrara fino al 31 dicembre 2019 e col tempo conoscerà meglio i referenti, le persone, i luoghi. È un’attività utile che si aggiunge ai controlli sulle persone, all’educazione nelle scuole, agli incontri pubblici».

Lei ha parlato degli studenti e dei giovani. Non c’è solo la droga, stanno emergendo con evidenza i fenomeni del bullismo e di una criminalità minorile.

«La polizia non intende sostituirsi ad altri enti e istituzioni che già intervengono in questo ambito. Oggi esistono strumenti, come la legge sul cyberbullismo, che possono migliorare l’efficacia delle azioni mirate. È chiaro che quando si supera una certa soglia l’aspetto repressivo, come nel caso di cui si è molto parlato in questi giorni qui in provincia, deve essere messo nel conto. Ma non bisogna criminalizzare i giovani e le famiglie: alla sanzione bisogna accompagnare un’azione di rieducazione. Diciamo che il segnale da dare è che i giovani non si devono sentire soli e questo vale anche per la violenza di genere. Si possono graduare strumenti e interventi, si può arrivare fino all’arresto di chi minaccia o usa la forza. Se questo limite si supera abbiamo il dovere di intervenire. Prima però si può fare prevenzione. I ragazzi del Carducci hanno organizzato uno spettacolo teatrale sulla violenza sulle donne, li abbiamo invitati a rappresentarlo qui in questura ».

Proseguirete le ispezioni con le unità cinofile nelle scuole?

«Certo, ma parallelamente alle altre attività di cui ho già parlato».

Le forze in campo. L’anno scorso sono stati annunciati diversi arrivi, agenti giovani.

«Quattro unità adesso, ad aprile, altre 12 intorno a ottobre. È vero che ci sono anche poliziotti che vanno in pensione, ma oggi vengono sostituiti, non era così in passato. Andiamo verso un ringiovanimento e un rafforzamento, ci vuole tempo».

La circolare Gabrielli sulla sicurezza si sta facendo parecchi nemici. Può essere “allentata” come chiedono alcuni operatori che faticano a rispettare i requisiti?

«Il terrorismo come l’esigenza di sicurezza non sono invenzioni. Tutto questo comporta controlli e l’adozione di provvedimenti adeguati. I cittadini devono essere e sentirsi tranquilli a Capodanno come all’evento a cui partecipano centinaia di persone. Ci sono organismi come la Commissione di vigilanza sui pubblici spettacoli che valutano la situazione caso per caso».

C’è anche la Spal in A, la capienza dello stadio che sta per essere aumentata. Qualcuno lo vuole lontano dal centro.

«Per i cittadini che vivono attorno allo stadio la partita casalinga comporta inevitabili disagi. Ma sotto il fronte della sicurezza tutto si è svolto finora senza problemi tranne in un caso (Spal-Milan, ndr), un episodio isolato. Per noi lo stadio più grande comporterà probabilmente qualche impegno in più».

C’è chi considera il Daspo urbano, cioè l’obbligo di allontanarsi da un luogo, una misura poco efficace.

«C’è una graduazione. Certo, l’ordine - che può scattare anche se non sono stati commessi reati - si può ignorare ma così si rischia di peggiorare la propria posizione. Equivale a una sorta di avviso orale previsto nei casi di violenza di genere».

Si parla spesso del rimpatrio dell’immigrato che delinque ma sembra un provvedimento difficile da attuare.

«Nel 2017 abbiamo disposto 242 espulsioni, 20 accompagnamenti alla frontiera, 24 verso i centri di rimpatrio. Nel primo trimestre del 2018 gli accompagnamenti alla frontiera sono stati già 12, l’aumento è evidente».

L’ordinanza anti-alcol in zona Gad è stata prorogata.

«Una decisione assunta dal Comune che dà effetti positivi».

Intanto, sempre più spesso vengono emesse ordinanze di chiusura dei locali indicati come una “minaccia” per l’ordine e la sicurezza pubblica.

«Sì, e proseguiremo su questa strada. I gestori devono capire che non conviene, per raccogliere un piccolo guadagno in più, mettere a rischio un incasso più consistente. Noi chiediamo ai cittadini di segnalarci le situazioni che rappresentano un pericolo per la sicurezza pubblica e li invitiamo a proseguire».

Negli ultimi anni si sono succeduti episodi mai visti in provincia: barricate contro gli immigrati, qualcuno ha segnalato persone che chiedono documenti ai richiedenti asilo senza averne titolo.

«Il cittadino può intervenire se si sta commettendo un reato. Non può ridurre o limitare i diritti degli altri. Al rispetto della legalità non si deroga, se si supera questo limite la legge deve intervenire».

Gioele Caccia