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L’immobile non appartiene ai Domenicani ma all’amministrazione Sarà il ministero dei Beni culturali a curare l’iter della ristrutturazione 

La chiesa con il tetto crollato proprietà di un fondo statale

Gi.Ca.

LA STORIACome in un thriller religioso, genere letterario che ha visto crescere negli ultimi anni la platea dei suoi ammiratori, anche per la Chiesa di San Domenico si sono dovuti muovere schiere di...

19 luglio 2018
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LA STORIA

Come in un thriller religioso, genere letterario che ha visto crescere negli ultimi anni la platea dei suoi ammiratori, anche per la Chiesa di San Domenico si sono dovuti muovere schiere di specialisti nella ricerca e nella consultazione di vecchie scritture e contratti stesi in tempi citati dai libri di storia. Figure che si muovono con disinvoltura negli archivi dove si conservano anche documenti di particolare importanza.

Ma alla fine il risultato ha ampiamente soddisfatto il copione del giallo storico con un epilogo a sorpresa. «Fino a un paio di anni fa - ricostruisce don Stefano Zanella, ingegnere responsabile dell’Ufficio tecnico della Diocesi di Ferrara - sulla proprietà della Chiesa di San Domenico esisteva una “certezza”: il bene apparteneva ai Domenicani e ne erano convinti l’Ordine e la Curia».

la verifica degli atti

È stato l’intervento di un organo dello Stato, il Fondo degli Edifici di Culto (FEC) - che ha in carico un patrimonio immobiliare formato da chiese, conventi e da un lungo elenco di altre tipologie di beni, anche non destinati a funzioni religiose, che vennero acquisiti dallo Stato nell’800 con la soppressione delle proprietà ecclesiastiche - ad accendere la miccia. Proprio su iniziativa del FEC, prosegue don Zanella, è stato avviato un accertamento documentale e storico con l’obiettivo di ricostruire la sequenza degli eventuali passaggi di proprietà. E dal Catasto non è emerso nessun atto che confermasse il trasferimento del bene all’Ordine dei Domenicani. «Il risultato ha sorpreso un po’ tutti - ammette don Zanella - Di fattola Chiesa di San Domenico appartiene al FEC». Attualmente l’edificio è inagibile e necessita di imponenti lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza, anche in seguito al recente crollo di una parte del tetto che ha rischiato di provocare danni gravissimi alle opere esposte.

Il FEC, che in provincia è rappresentato dal prefetto, ha oggi in carico il bene e ha avviato, in queste settimane in collaborazione con la Diocesi locale, la procedura per assumere il controllo pieno dell’immobile che domina piazza Sacrati.

Questo percorso, precisa don Zanella, sarà completato dopo l’estate. Poi sarà cura del Ministero dei Beni culturali programmare ed eseguire qualsiasi intervento necessario per restituire l’agibilità a una chiesa che era stata, fra l’altro, gravemente danneggiata dal terremoto del 2012.

le tappe recenti

«Completata questa fase, che richiederà anni - chiosa Zanella - la Diocesi probabilmente chiederà di accedere all’uso dell’edificio per finalità religiose, come è stato nel passato». Un paio di mesi fa, l’improvviso crollo del tetto e i lavori di ripristino in emergenza della copertura collassata con la creazione di protezioni per evitare ulteriori danni alla chiesa in caso di nuovi cedimenti. —

Gi.Ca.

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