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Alle radici di Semplici. Dove il calcio è religione

Alcuni amici di mister Semplici nella piazza di Tavarnuzze
Alcuni amici di mister Semplici nella piazza di Tavarnuzze

In attesa del duello tra Spal e Fiorentina siamo andati nel comune toscano di Tavarnuzze per un viaggio alle origini del trainer biancazzurro

12 novembre 2017
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TAVARNUZZE (FI). Semplice, quasi come il cognome di uno dei suoi abitanti più conosciuti. Si presenta così l’abitato di Tavarnuzze, frazione di quasi cinquemila anime compresa nel recinto comunale di Impruneta. Siamo a pochissimi chilometri dal capoluogo Firenze. Il territorio è semi pianeggiante e le maestose colline del Chianti circondano questa piccola località, che nella storia si è sempre posta come un importante punto di passaggio e di ristoro per i viaggiatori. La buona gastronomia da queste parti è uno degli ingredienti fondamentali. Così come lo è l’amore per il calcio. Le tinte del paese non possono che essere di color viola. Qui la Fiorentina, prossima avversaria della Spal alla ripresa del campionato dalla sosta per le Nazionali, è una sorta di religione. Negli esercizi commerciali non mancano poster e gagliardetti, mentre sui cartelli stradali sono ben appiccicati adesivi di ogni tipo che manifestano l’essere viola.

A Tavarnuzze l’aria del pallone e della serie A si respira a pienissimi polmoni. I cognomi di Semplici e Baroni (ma anche quello di Andrea Consumi) sono un vanto e un orgoglio per ciascun cittadino. A partire dal sindaco d’Impruneta, Alessio Calamandrei, che durante la scorsa estate auspicava il classico pullman di paese per andare ad assistere dal vivo alla sfida diretta tra i due allenatori amici. Questo non succederà perché Baroni è da poco stato esonerato dal Benevento, mentre l’attenzione sulle imprese sportive di “Leo” (così viene chiamato ovunque e da chiunque in paese) rimane altissima.

Tavarnuzze è il tipico paese o borgo toscano dove non ci sono segreti. Tutti si conoscono con tutti e il senso di familiarità è decisamente accentuato. La piazza della località è dedicata a don Giovanni Chellini, ma da un po’ di tempo a questa parte la via simbolo è un’altra. Si tratta della piccola e stretta “II Giugno”: un senso unico dove sono ubicate le dimore di Baroni e Semplici. La casa dell’allenatore biancazzurro si trova al numero ventisette di questa piccola strada che solo qualche mese fa era stata simbolicamente ribattezzata come la via dei due allenatori con tanto di cartello prodotto e appeso da parte del gruppo locale “Dna Tavarnuzze”. Naturalmente il campo sportivo del paese (attualmente trasformato in un moderno centro tutto in sintetico con la società e il suo settore giovanile affiliati all’Atalanta) è anche il luogo dove Leonardo Semplici ha mosso i primi passi con il pallone tra i piedi.

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«E’ sempre stato un ragazzo molto quadrato ed è ancora una persona come tutti noi che si comporta con la massima umiltà e non fa assolutamente sentire agli altri quello che è diventato. Ogni volta che ci vede ci dà un’amichevole pacca sulla spalla e torna sempre molto volentieri nella terra delle sue origini».

Non hanno dubbi Giancarlo Magnelli, Mario Tanzini e Alvaro Pacciotti. Tre signori sulla settantina che tutte le mattine si trovano a chiacchierare con altri coetanei in allegra compagnia nella piazza del paese. «Ci ricordiamo tutti di quando Leonardo ha iniziato a giocare nella società sportiva locale da bambino. Aveva dieci anni e si vedeva sin da subito la sua grande passione per questo gioco e mostrava anche discrete capacità. Naturalmente tifiamo la Fiorentina, ma sosteniamo anche lui. E’ uno dei nostri. Siamo contenti delle sue imprese, si merita tutto. E’ una persona squisita».

Alessio Duatti

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