La Nuova Ferrara

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Progressisti e populisti: è possibile?

Progressisti e populisti: è possibile?

La ex ministra francese Taubira: «I nostri ideali, ecco il dilemma»

01 ottobre 2017
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Dove va, anzi: dov’è la sinistra? Interrogativo a costante rischio d’innescare una “nannimorettiana” seduta di autocoscienza collettiva, sul crinale dell’autocommiserazione. Non ci si è andati in effetti molto lontano nel dibattito che cercava “una risposta progressista ai movimenti populisti”. Si chiede Paul Magnette, sindaco di Charleroi, socialista belga: «Perché non siamo appetibili nonostante la sconfitta delle politiche liberali? Forse non siamo riusciti a proporre un altro racconto del mondo, noi politici professionali: si è scavata una faglia con il popolo». Christiane Taubira è stata ministro della giustizia sotto Hollande, poi si è dimessa polemicamente. Per lei «la domanda non è tanto se la sinistra sopravviverà, quanto piuttosto se i nostri ideali sono ancora pertinenti: c’è una metamorfosi in corso e fatichiamo a interpretarla. Il keynesismo è il passato».

Guillame Duval, giornalista di Alternatives Economiques, prima si concentra sulla contraddizione di interessi tra ceti medi e operai, quindi sottolinea l’importanza della «transizione ecologica ed energetica da mettere al centro dei progetti europei, invece la verità è che sta subendo una grande battuta d’arresto». Jacopo Zanchini di Internazionale sollecita su sovranismo e protezionismo. Da presidente della Vallonia Magnette si oppose al Ceta, il trattato di libero scambio tra Ue e Canada.

«Il protezionismo - sostiene - non è una via d’uscita, senza immaginare una globalizzazione aperta e progressista la sinistra sarà morta: dovremmo piuttosto esportare in tutto il mondo le regole europee a difesa dei diritti sociali e civili».

Taubira sfida la paura dell’immigrazione e si augura che il Vecchio continente sappia costruirsi «un ruolo geopolitico imperniato sulla solidarietà internazionale: torniamo ad avere fiducia, a credere in noi stessi!». Duval trova il modo di essere ottimista sull’economia globale: «I paradisi fiscali stanno svanendo e l’equilibrio tra potenze sarà garantito dai maggiori consumi interni di Cina e India». (f.t.)