Tesi sostenuta anche da Maria Elena Boschi e caldeggiata da molti nel partito, anche se c'è chi lo vedrebbe bene come segretario

"Il Pd deve smettere di litigare, lo dico per primo io". E con queste parole pronunciate da Matteo Renzi in tv, i Dem si avviano verso l'assemblea nazionale del 19 maggio ed, eventualmente, anche a elezioni. Renzi fa tornare prepotentemente sulla scena l'ipotesi di Paolo Gentiloni candidato premier 'naturale' nel caso di voto anticipato. Tesi sostenuta anche da Maria Elena Boschi e caldeggiata da molti nel partito, anche se c'è chi lo vedrebbe bene come segretario.

Su tutto però pesa la volontà di Gentiloni stesso che finora si è dimostrato refrattario, bollando queste idee come 'fantasiose'. Nei due vertici mattutini convocati da Martina al Nazareno a distanza di 24 ore si è discusso di tutto questo: assemblea, necessità di compattare il Pd, sostegno pieno al Presidente Sergio Mattarella, ma anche campagna elettorale, e gestione collegiale delle liste. Con il reggente, presenti i big delle minoranze Andrea Orlando e Dario Franceschini, ma anche Marco Minniti oltre ai capigruppo Delrio e Marcucci, Lorenzo Guerini, Ettore Rosato.

Nessun accenno critico a Renzi (assente), nessun riferimento esplicito a Paolo Gentiloni. Anche se un ministro di peso, descritto come particolarmente loquace in questa riunione finché non si è sentita l'esplosione del bus nella vicina via del Tritone, ha chiaramente detto che al Pd "serve una guida politica forte" e in molti hanno inteso si riferisse all'attuale premier. Altro punto fondamentale emerso nel corso della riunione: la formazione delle liste. Se i renziani sono per ripresentare quelle utilizzate per il 4 marzo con piccoli correttivi in modo da rappresentare le diverse anime del partito, c'è invece chi come il ministro di peso già citato chiede che sia scritta "una pagina bianca".

Nell'assemblea che si terrà alle 10,30 all'hotel Ergife si deciderà se eleggere subito un segretario o andare a congresso. Ma, come spiega un dirigente Dem in Transatlantico alla Camera, le due opzioni dipendono anche dal fatto che ci siano o meno elezioni anticipate. Se si vota a luglio, il Pd cercherà un profilo che raccolga attorno a sé il maggior consenso possibile. Se invece parte la legislatura, allora si deciderà se avviare il congresso e spostare più in là il tema della leadership. E, in caso di primarie, Renzi ha già detto che non si presenterà. Nel fronte 'governista' cresce l'idea di confermare Maurizio Martina segretario e candidare Paolo Gentiloni premier, se accetterà dopo che tutto il partito glielo chiederà. Come dice Andrea Orlando: "Un candidato segretario c'è ed è Martina". In questo caso, potrebbe saltare la regola dello statuto che vuole il doppio ruolo di premier-segretario. Ma, come spiega un maggiorente Pd, "noi vogliamo presentarci con una coalizione di centrosinistra più ampia possibile, è chiaro allora che il premier non sarà scelto soltanto da noi ma da tutta la coalizione quindi non necessariamente sarà il nostro segretario". Insomma, un escamotage. 

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