«Ci sposa di domenica?», le chiese dicono di no
Vigevano, una coppia: «Cerimonia impossibile a Pompei, Addolorata e Duomo». Monsignor Pastormerlo: «Sempre meno sacerdoti e non c’è più chi pulisce»
VIGEVANO. Ha bussato in tre chiese di Vigevano per chiedere di essere sposato e ogni volta gli è stato detto di no. Motivo? Ha chiesto di sposarsi la domenica, un giorno di fatto ormai impossibile per i matrimoni nelle parrocchie cittadine, perché manca il personale. Per l’esattezza, mancano sia i sacerdoti sia i sacrestani.
Da anni sempre più novelli sposi preferiscono il rito civile, ma c’è anche chi sceglie il rito religioso tradizionale. A Vigevano, però, la scelta tradizionale incontra serie difficoltà.
«Mia figlia voleva sposarsi – racconta una donna – e abbiamo girato tre parrocchie. La prima era l’Addolorata, dove andiamo sempre a messa e dove spesso frequentiamo l’oratorio. Il sacerdote ci ha detto che però non è possibile alla domenica. Lo stesso è successo a Pompei e in Duomo». La famiglia in questione, essendo il marito non vigevanese, ha la necessità di far arrivare dei parenti da lontano, persone che il sabato non possono muoversi. Il problema sembra però diffuso in molte altre parrocchie cittadine. Non si tratta di una questione di scelte religiose, ma dipende proprio da una difficoltà logistica.
Le figure dei sacrestani ormai sono molto rare e nessuno più è disponibile a pulire la chiesa alla domenica.
«Non esiste nessun divieto – chiarisce il portavoce della curia, monsignor Emilio Pastormerlo – ma il problema c’è. Io stesso tendo a sconsigliare la domenica come giorno per sposarsi, anche perché alla mattina nelle parrocchie c’è la messa per tutti. Magari si possono sposare al pomeriggio, ma non dimenticate che c’è penuria di sacerdoti. Siamo ormai al punto che c’è un solo prete per più parrocchie e coordinare tutte le funzioni diventa difficile».
In alcune parrocchie anche i corsi prematrimoniali si svolgono in un solo mese all’anno e qualche fedele ha protestato perché non è semplice coniugare questo impegno con il lavoro. Le cose vanno un po’ meglio nei paesi, dove invece i matrimoni si possono ancora celebrare alla domenica, complice il numero minore di sposi e la presenza di qualche volontario in più, che si rende disponibile a pulire la chiesa, togliere i fiori, spazzare il piazzale dal riso e chiudere il portone, quando ormai tutti hanno abbandonato la casa di Dio, per andare altrove a festeggiare.
Andrea Ballone
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