Da Mortara alla Cina, il 28 parte il primo treno della Via della Seta
Mai completate le infrastrutture promesse dalla Provincia: «Servono circonvallazioni per potenziare il polo logistico»
di Sandro BarberisMORTARA. Il 28 novembre parte dal polo logistico di Mortara il primo treno verso la Cina. Un convoglio merci che apre la nuova Via della Seta. Da Mortara a Chengdu, una metropoli di 14 milioni di abitanti nel cuore della regione del Sichuan, al centro della Cina. Entro il 2018 su questa tratta viaggeranno almeno tre coppie di treni a settimana, per il 2020 sono previsti venti maxi convogli a settimana. Un viaggio di 11mila chilometri da compiere in 18 giorni bruciando la concorrenza delle navi cargo. che per la stessa tratta impiegano due mesi. Durante il viaggio dalla Cina si toccheranno Kazakistan, Russia, Bielorussia, fino alla Polonia, che sarà uno degli hub della nuova linea no-stop. Quindi da Varsavia, discendendo l’Europa, si arriverà fino a Mortara, dove la merce verrà passata sui Tir. Ma qui iniziano i problemi.
[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Mortara capolinea dei treni dalla Cina ]]
Se da una parte c’è la Fondanzione Banca del Monte di Pavia, che in pochi anni ha messo sul piatto 87 milioni di euro per realizzare da zero il nuovo polo di Mortara, dove già ora passano 50mila container all’anno, dall’altra c’è un settore pubblico dove latitano gli investimenti per le opere infrastrutturali. Insomma, se per Mortara e la Lomellina è un vanto essere il capolinea della nuova Via della Seta, c’è anche la preoccupazione di non essere pronti. «Le strade sono ferme agli anni ’50, dove pensiamo di andare così? - spiega il sindaco di Sartirana Ernesto Prevedoni Gorone -. I treni cinesi arriveranno nel “deserto” infrastrutturale della Lomellina. Ha sbagliato la politica e la Provincia in questi anni».
Il documento che spiega come dovrebbe essere lo sviluppo della viabilità lomellina è il Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) del 2015, approvato dall’allora presidente Daniele Bosone. Un documento di 178 pagine che parla diffusamente del futuro della Provincia di Pavia e dedica una larga fetta anche allo sviluppo intorno al polo intermodale di Mortara. Nulla di quanto scritto in quel documento però è stato fatto. E nemmeno progettato. «Servono una tangenziale nuova a Garlasco, ma anche circonvallazioni a Cozzo, Castello d’Agogna e Cava Manara per collegare meglio il polo di Mortara alle autostrade esistenti – si legge nel documento –. Ma serve anche il completamento del ponte del Ticino (lavori in corso, ndr) a Vigevano e la conclusione del raddoppio della ferrovia Milano-Mortara (rimasto sulla carta, ndr)».
«Bisogna mettere da parte gli interessi dei singoli Comuni e pensare a quelli collettivi» spiega la sindaca di Castello d’Agogna Tamara Iori. «Non c’è stata unità d’intenti nel tempo - spiega il sindaco di Tromello Maurizio Poma -. Abbiamo un peso politico basso agli occhi degli enti superiori». «Il treno arriva nel nulla – ribadisce il sindaco di Cilavegna e presidente del Cipal Giuseppe Colli -. La Provincia ha chiuso all’autostrada, ora dia alternative». «Da soli i Comuni non possono fare nulla, serve coordinamento» aggiunge l’assessore di Garlasco Francesco Santagostino. «I lacci della burocrazia e le poche risorse frenano gli investimenti pubblici - spiega il sindaco di Mortara Marco Facchinotti –. Per quest’assenza di strutture, la Lomellina deve far tornare in auge il tema autostrada». «Stiamo costituendo un comitato del sì al progetto - evidenzia il sindaco di Robbio Roberto Francese -. Se non ci sono soldi pubblici per la viabilità lomellina, l’unica soluzione è l’investimento privato da parte diSabrom».
I commenti dei lettori