Allarme Anpi: «Fermiamo il fascismo»
Claudio Spairani: «In centro banchetti di Casapound nonostante il recente regolamento comunale»
PAVIA. Ma il regolamento comunale contro l’ostentazione di simbologia nazi-fascista e le espressioni di odio a sfondo razziale, viene applicato oppure no? A chiederselo è Claudio Spairani, segretario della sezione Anpi “Onorina Pesce Brambilla”.
«Sempre più spesso – dice Spairani – in piazza della Vittoria compaiono banchetti di organizzazioni come Casapound e Forza Nuova, che si rifanno all’ideologia fascista. Il Comune di Pavia si è dotato di un regolamento la cui approvazione è stata faticosamente raggiunta. Perchè non viene applicato? Eppure, vi sono alcuni passaggi che potrebbero impedire la comparsa di questi banchetti».
Il responsabile dell’Associazione nazionale partigiani italiani entra anche nei dettagli: «Quando si chiede l’autorizzazione a distribuire materiale propagandistico sul suolo pubblico, è necessario firmare una clausola con la quale si dichiara di non essere fascisti e di non voler propagandare l’odio a sfondo razziale, ad esempio nei confronti degli immigrati. Però, questi banchetti vengono allestiti ugualmente. E se qualcuno chiama la polizia locale per chiedere che venga fatto rispettare il regolamento, la risposta è che gli agenti “non hanno ricevuto indicazioni” in questo senso dall’amministrazione. E allora, a cosa serve il regolamento se poi non lo si fa rispettare?».
La domanda è diretta all’amministrazione comunale e la risposta arriva dal sindaco, Massimo Depaoli: «È vero che è necessario firmare un modulo nel quale ci si impegna a una certa linea di condotta, o, meglio, ad evitare tematiche fasciste o discriminatorie. Ma capita che esponenti di queste associazioni o di questi partiti firmino ugualmente. Spetta a noi effettuare i controlli e, da questo punto di vista, verificheremo che il materiale che distribuiscono non sia in contrasto con le direttive previste dal regolamento».
Tuttavia, non sempre vi sono i presupposti per intervenire. «Se queste persone – prosegue il sindaco – portano avanti una campagna per degli incentivi ai figli degli italiani, diventa difficile contestare che si tratti di una forma di incitamento all’odio razziale. Certo, se espongono simboli che rimandano al fascismo, il discorso cambia». (f.m.)
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