Teresio Olivelli diventa Beato, la Chiesa in festa
Vigevano, al palasport è in corso la cerimonia. Un nipote di Olivelli porterà le reliquie, un compagno di prigionia un cero
VIGEVANO . Oggi Teresio Olivelli, “ribelle per amore”, diventa un Beato della Chiesa cattolica. La diocesi di Vigevano e la Lomellina vivono una giornata di festa, il cui cuore è il Palasport alla frazione Piccolini, lungo la circonvallazione esterna. L’ufficiale degli Alpini morto il 17 gennaio 1945 nel campo di concentramento di Hersbruck, in Baviera, sta per essere proclamato beato dal cardinal Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei santi e rappresentante di papa Francesco.
La cerimonia di beatificazione è iniziata alle 10.30 ed è concelebrata dal cardinal Amato, dall’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, dal vescovo di Vigevano monsignor Maurizio Gervasoni, dall’Ordinario militare monsignor Santo Marcianò, da altri quindici vescovi e da un centinaio di sacerdoti della diocesi vigevanese e di diocesi limitrofe. Da segnalare la presenza di monsignor Ludwig Schick, arcivescovo di Bamberg nel cui territorio si trova Hersbruck.
All’inizio della celebrazione il vescovo di Vigevano, accompagnato dal postulatore monsignor Paolo Rizzi, ha formulato al cardinal Amato la richiesta ufficiale (peroratio) di voler iscrivere nel numero dei Beati il Venerabile Servo di Dio Teresio Olivelli, “martire della fede”. Di seguito, è stato illustrato un breve profilo biografico di Olivelli, nato nel 1916 a Bellagio da una famiglia che nel 1926 si trasferirà a Zeme, paese d’origine: frequenterà poi il ginnasio a Mortara e il liceo a Vigevano, periodo in cui entrerà nell’Azione cattolica. Poi il cardinal Amato darà lettura della lettera apostolica di beatificazione, momento in cui tutti i presenti dovranno alzarsi in piedi: il documento concederà che Olivelli sia definito Beato (beati nomine in posterum appelletur).
Nel testo sono inserite anche caratteristiche personali di Olivelli, fra cui “difensore dei deboli e degli oppressi”, con riferimento al fatto che lo portò alla morte. A quel punto si procederà allo scoprimento dell’immagine del nuovo beato, mentre Diego Olivelli porterà all’altare le reliquie dello zio. Una ciotola di fiori e un cero saranno invece consegnati da Vincenzo Gibillini, compagno di prigionia di Olivelli, e da un rappresentante degli Alpini di Varese, che nel 1987 offrirono il primo contributo per le spese della causa di beatificazione.
Poi il vescovo di Vigevano e il postulatore Rizzi si recheranno dal celebrante, il cardinal Amato, per esprimere il ringraziamento al pontefice, da lui rappresentato. Nella formula di beatificazione è espressamente richiesto il canto del Gloria in excelsis Deo. A quel punto il rito della beatificazione di Olivelli si concluderà, ma la cerimonia proseguirà con canti, riti, letture e preghiere previste dalla celebrazione della messa. I paramenti dei celebranti saranno di colore rosso per evidenziare il sangue versato dal martire «per amore di Cristo e per fedeltà al Vangelo».
Le letture, le preghiere dei fedeli e la processione offertoriale saranno affidate alla famiglia Olivelli, ai rappresentanti delle parrocchie di Bellagio, Tremezzo, Zeme e Mortara, degli Alpini e dell’Azione cattolica. I canti saranno a cura del coro della Cappella musicale del duomo di Vigevano, della Corale Laurenziana di Mortara e delle corali di S. Angelo, Sartirana e Zeme.
Umberto De Agostino
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