In 400 in piazza a Pavia contro i razzisti
Anpi: «Fuorilegge i movimenti fascisti». Poi corteo fino a via Siro Comi davanti al locale che ha subito l’assalto mercoledì
di Anna GhezziPAVIA. Poco più di duecento per la questura, oltre 400 per gli organizzatori: piazza Italia ieri pomeriggio si è letteralmente riempita di persone e bandiere per dire no al razzismo e chiedere che le organizzazioni che si richiamano nelle parole e nei fatti al disciolto partito fascista siano messe fuori legge.
In piazza c’erano l’Anpi provinciale e quelle di Varzi, Val di Nizza, Voghera, Casteggio, Borgarello, San Martino, Casorate, Motta Visconti, Bressana Bottarone e Mortara. Tanti politici e candidati, bandiere di partito più o meno rosse (Potere al popolo, Liberi e uguali, Sinistra progressista, Per una sinistra rivoluzionaria, Partito comunista dei lavoratori, Rifondazione comunista, ma c’erano anche esponenti dei Cinque stelle come Polizzi e del Pd, gli assessori Moggi e Galazzo), di Arci provinciale e Radio Aut. Una piazza variegata, per età e provenienza. Alla chiamata dell’Anpi Pavia Onorina Pesce Brambilla dopo i fatti di Macerata, il pestaggio degli studenti nordafricani a Pavia e l’aggressione dell’altra sera al Sottovento da parte di militanti di estrema destra hanno infatti risposto anche famiglie reduci dalla parata di Carnevale, ragazzi e ragazze che hanno ritardato l’uscita del sabato per esserci e dire no al razzismo. «Io non ho la tessera di nessun partito - racconta un papà - ma voglio potermi guardare allo specchio. Era importante essere qui, per mia figlia, per il suo futuro». «Ho dovuto tranquillizzare mio figlio - racconta un altro - Dopo aver visto il tg aveva paura che gli sparassero, è nero. Nessuno deve giustificare questa violenza».
Sotto il monumento all’Italia è intervenuto il vicepresidente dell’Anpi Pavia Luca Casarotti: «Quando nel 2011 il fascista Gianluca Casseri di Casapound si mise a sparare in un mercato a Firenze subito tutti iniziarono a dire che era solo un simpatizzante - ha detto -. Lo stesso due anni fa con la vicenda di Fermo e Amedeo Mancini, tutti a dire che quel Mancini non l’avevano visto, ma al tempo stesso lo esaltavano. Con la tentata strage di Macerata da un lato i fascisti hanno tentato di dissociarsi, dall’altro Forza Nuova gli pagherà le spese legali. Subito dopo la Lega ha istituito un collegamento fittizio con Pamela Mastropietro: femminicidio strumentalizzato per coprire un gesto fascista. Le manifestazioni di oggi in tutta Italia chiedono di non lasciare più spazi pubblici ai fascisti: vogliamo vedere applicate le norme che già esistono. La soluzione è dichiarare fuori legge tutte le organizzazioni che, dalla giurisprudenza, non da noi “eversivi”, sono definite fasciste. Loro stessi si chiamano fascisti. Se non è stato fatto è per mancanza di volontà politica perché i presupposti giuridici ci sono». Applausi a Mauro Vanetti (Per una sinistra rivoluzionaria) quando ha accusato il ministro Minniti: «Ha detto che gli accordi con la Libia per gli sbarchi li ha fatti perché cresceva il pericolo di attentati: ma non poteva andare a cercare chi organizza gli attentati? Quale paese del mondo subisce un attentato e proibisce le manifestazioni di chi è contro il terrorismo?». Applausi anche per Carlo Porcari (Leu): «Piazze come questa sono la risposta ai fatti di Macerata: tutti noi qui siamo contro le violenze, per i diritti, le libertà e principi costituzionali. Le forze fasciste devono essere messe fuori legge». Appello all’unità anche dal presidente Anpi provinciale Tullio Montagna: «Serve l’unità di tutte le forze antifasciste che si riconoscono nella Costituzione». Il presidio si è poi trasformato in corteo pacifico che ha sfilato fino al Sottovento, per portare solidarietà dopo l’aggressione di mercoledì.
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