«Un rifugio per le donne» L’appello di don Tassone
A Pavia non esiste un dormitorio femminile, S. Salvatore avvia la campagna «Noi mettiamo a disposizione i locali, il Comune ci aiuti a farlo funzionare»
di Stefania PratoPAVIA. Un dormitorio per donne. A Pavia manca e, in tutta la provincia ne è stato attrezzato uno solo a Voghera. Altrimenti si è costretti a raggiungere Novi Ligure o Novara. «Un bisogno che chiede risposte», sostiene il parroco del Santissimo Salvatore, don Franco Tassone che al Comune ha anche proposto una possibile sede: una piccola struttura, di proprietà della parrocchia. Proposta che piace all’amministrazione. L’assessore ai servizi sociali Alice Moggi ammette che «Pavia necessita di un dormitorio tutto femminile». «Si dovranno seguire tutti i passaggi procedurali formali imposti dalla normativa». «Si provvederà infatti a pubblicare una manifestazione d’interesse per verificare se esistono altri operatori interessati. È un’esigenza condivisa ed è importante la disponibilità data dalla parrocchia che ha proposto una struttura dalle giuste caratteristiche, non molto grande, predisponendo al massimo cinque posti». Un piccolo rifugio da recuperare, vicino all’oratorio e alla mensa. In una posizione strategica. Perché è a due passi dalla stazione, luogo in cui si incontrano degrado e disperazione. Ed è accanto alla Casa del giovane dove si trova il centro diurno In&Out, aperto a chi è senza dimora, e dove è attivo il servizio Oltre la soglia che si rivolge ai più poveri dei poveri, quelli che non sono intercettati neppure dalle istituzioni pubbliche. Sono gli invisibili, quelli che nessuno vuole guardare, ma il cui numero continua ad aumentare. E tra loro ci sono tante donne. Che non sanno dove dormire, obbligate a scegliere la strada. «Hanno esigenze che vanno rispettate», sottolinea don Franco che chiede di ascoltare «il grido che arriva da queste donne». «È un disagio che domanda risposte urgenti». Si appella alla Provvidenza e si appella alla città don Franco. «La città di don Enzo Boschetti è una città solidale, capace di abbracciare queste donne e i loro problemi, fornendo loro l’aiuto di cui hanno bisogno. E, se è necessario, inserirle nel progetto contro le vittime di violenza». Un piccolo dormitorio che il parroco pensa già di intitolare a Gemma, «una mia preziosa collaboratrice, dimostrazione della grande forza che ogni donna è capace di emanare». Parteciperà al bando comunale la parrocchia di San Mauro, con un progetto concreto che offre soluzione al disagio. «Non esiste un luogo pubblico dedicato alla povertà femminile, mentre esistono dormitori maschili. Ogni parrocchia cerca di affrontare questo bisogno con le proprie possibilità, ma è necessario provvedere con locali strutturati».
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