Anpi: «Resistenza sempre contro i rigurgiti fascisti»
Luca Casarotti: «Oggi i rischi sono il revisionismo e l’odio per gli stranieri» Il sindaco Depaoli: «Fa paura l’indifferenza e il disprezzo dei valori comuni»
di Donatella ZorzettoPAVIA. «Ora e sempre Resistenza». Il vice presidente dell’Anpi provinciale, Luca Casarotti, giovane vigevanese, dal palco allestito in Piazza Italia, ha tuonato nei confronti dei «revisionisti», del «rigurgito di fascismo», che sfocia oggi «nell’odio per lo straniero» e nel «diritto illimitato all’autodifesa». Casarotti ha parlato, nella mattinata, alla Festa del 25 Aprile, per quasi un’ora davanti a circa 400 persone, con bandiere e striscioni: delle associazioni combattentistiche e partigiane (Anpi, Ancri, ex deportati, famiglie dei Caduti in guerra, Istituto del Nastro Azzurro), di Croci, Comune, Provincia, Assoarma, Polizia di Stato, di partiti e movimenti della sinistra.
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Casarotti è salito sul palco dopo il sindaco di Pavia, Massimo Depaoli, che aveva spiegato: «Qualche giorno fa ho scoperto in via Mentana una targa in memoria dei partigiani Caduti. Il 25 Aprile è lo spirito di chi si è sacrificato lottando per la libertà: dei deportati, delle vittime delle rappresaglie come Marzabotto». «Siamo preoccupati per il rigurgito di fascismo a cui assistiamo – aveva insistito Depaoli – . Ma ciò che ci allarma di più è l’indifferenza. Quest’anno ricorre il 70° anniversario della Costituzione, nata con spirito unitario. Oggi i valori della Costituzione e della Resistenza sono condivisi da tutti?».
Gli applausi a Depaoli hanno ricalcato quelli che, pochi minuti prima, avevano accolto l’entrata del corteo in piazza Italia, accompagnato dalla banda “S. Cecilia” di Belgioioso, dove, dopo l’alzabandiera, sono state deposte corone in memoria dei Caduti. La Festa del 25 Aprile era iniziata alle 9.15, al cimitero maggiore, con la deposizione di una corona al Sacrario dei Caduti, a cui era seguito un momento di raccoglimento con il vescovo Corrado Sanguineti. Alle 10 era stata deposta una corona al cippo intitolato a Ferruccio Ghinaglia, nell’omonimo piazzale, e alle 10.30, don Daniele Baldi, con la partecipazione della Corale Vittadini, ha celebrato una messa in S. Maria del Carmine.
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Ma la piazza alla fine è stata tutta per Casarotti. Che ha parlato dell’origine del fascismo e delle sue caratteristiche. Ha parlato della Costituente «che ha deciso, consapevolmente di assumere nella Costituzione il termine “razza” per identificare una categoria sulla quale non basare alcuna discriminazione». «Ma ha ancora senso parlare di “razza”?», si è chiesto Casarotti. E ha lanciato una stoccata in direzione di Milano: «Il nuovo presidente della Regione Lombardia (Attilio Fontana ndr) ha indicato la razza come motivo di esclusione (riferito alla impossibilità di accogliere migranti in Italia). Ha invocato l’articolo 3 della Costituzione, stratagemma misero».
Discorso che non è piaciuto al consigliere regionale della Lega Roberto Mura. Che ha commentato: «È inaccettabile che durante una manifestazione pubblica si faccia campagna elettorale. Stavo per andarmene». Alla fine Casarotti si è detto ottimista. «Il nostro morale è alto perchè nei primi mesi del 2018 l’antifascismo si è guadagnato la scena – ha ricordato –. Pavia è stata movimento propulsore, il 3 marzo scorso, quando vennero attaccati adesivi “Qui abita un antifascista” alle case della città. La risposta è stata una rivendicazione collettiva di appartenenza. Come positivo è stato l’iter giudiziario al presidio antifascista del 5 novembre 2016: nel febbraio scorso 23 prosciolti dalle accuse di resistenza, violenza e minacce a pubblico ufficiale. Perciò, in questa giornata che dedichiamo anche Clemente Ferrario, diciamo “Ora e sempre Resistenza”».
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