Don Luca: «Celeste nome maschile della tradizione»
Il parroco sul caso in tribunale a Milano: «Sbagliato dire che è femminile» L’anagrafe di Pavia: «Tutto in regola, noi non lo avremmo segnalato al giudice»
di Giacomo BertoniPAVIA. «Celeste un nome femminile? È proprio una bella novità, considerando che fin dal 1700 questo nome è stato sempre utilizzato prevalentemente al maschile». Non nasconde la sorpresa don Luca Roveda, parroco di Inverno, Gerenzago e Monteleone, di fronte al veto che il Tribunale di Milano ha posto sulla decisione di due genitori di chiamare il loro bambino Celeste, in ricordo della nonna paterna recentemente scomparsa. Per il Tribunale, Celeste è un nome da femmina, dunque non può essere dato al figlio maschio. «Celeste non è nato come Blu – spiega don Luca –, ovvero come un semplice richiamo a un colore. Si tratta di un nome devozionale mariano, proprio come Rosario o Annunziata. Celeste si rifà alla Beata Vergine Maria, che è la Madre Celeste: dare questo nome a un bambino significa invocare la benedizione della Madre del Cielo». La diffusione del nome è iniziata principalmente nel 1700: «Ma la massima diffusione si è raggiunta nel 1800 – aggiunge don Luca – mentre poi la sua diffusione si è ridotta, come si è ridotta la pratica devozionale. Ha contribuito anche la perdita della tradizione di dare ai bambini il nome dei nonni». Secondo l’Istat, che fotografa la scelta dei nomi dei genitori italiani, c’è stato un effettivo mutamento nella concezione comune del nome Celeste: nel 1999 il nome Celeste è stato dato a 5 bambini e a 124 bambine. Nel 2016 è stato dato ancora a 5 bambini ma a 604 bambine. Spulciando negli archivi parrocchiali, i primi registri fino all’avvento dell’anagrafe, non mancano le sorprese: «Nello “stato d’anime” della parrocchia di Monteleone c’è un mio lontano parente che si chiama Celeste Roveda, ed è nato nel 1903. Un altro Celeste compare negli archivi della parrocchia di Inverno, e risale al 1800». Stupore anche all’ufficio anagrafe del comune di Pavia: «Non avremmo segnalato al Tribunale Celeste – spiega Mario Campari, responsabile dell’ufficio stato civile –, perché secondo noi non viola gli articoli 34 e 35 del dpr 396, che disciplinano l’assegnazione del nome ai nuovi nati. Certo, l’interpretazione delle norme dipende dal singolo ufficiale di stato civile». L’articolo 34 recita: «Il nome imposto al bambino deve corrispondere al sesso. È vietato imporre nomi ridicoli o vergognosi». Tra i Celeste famosi vi sono Celeste Pin, calciatore di serie A degli anni ’80, Celeste Bastianetto, politico, e Celeste di Metz, vescovo francese.
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