Cda Asm, Depaoli e Pd verso lo scontro
Il sindaco vuole ancora il tecnico Rigano alla presidenza, i dem sono per una scelta politica: domani incontro al Mezzabarba
di Fabrizio Merli PAVIA. Quello di domani sera potrebbe essere uno snodo decisivo nei rapporti tra il sindaco, Massimo Depaoli e il Partito democratico. Il tema in discussione è il rinnovo del Consiglio di amministrazione di Asm Pavia. Il primo cittadino propende per una soluzione “tecnica”, confermando l’attuale presidente, il docente di diritto costituzionale Francesco Rigano. Il Pd preme per una scelta politica, con una quaterna di nomi. Una decisione di comune accordo o una frattura su questo punto potrebbero determinare buona parte del futuro politico della città. Attualmente il Consiglio di amministrazione è presieduto dal professor Francesco Rigano, nominato il 18 settembre 2017, ed è composto da Stefano Spagoni ed Elisabetta Fedegari. Quest’ultima, in particolare, rappresenta gli interessi dei piccoli soci, i Comuni diversi da Pavia che detiene il 95,7 per cento delle quote. Il Cda, scelto il 20 febbraio 2015, ha esaurito il proprio mandato lo scorso mese di aprile. Rigano, infatti, era stato nominato al posto dell’ex presidente, Duccio Bianchi, dimissionario, ed Elisabetta Fedegari al posto di Silvia Vinci, passata a Linea più holding. Ora che la “vita naturale” del Consiglio di amministrazione è scaduta, si tratta di rinnovarlo. Per statuto, due nomine spettano al sindaco, che sceglie tra una serie di candidati proposti da partiti, associazioni o gruppi di cittadini. Ovviamente, il consigliere che rappresenta i piccoli Comuni verrà indicato dai sindaci dei Comuni stessi. Al sindaco, Massimo Depaoli, spetta di indicare gli altri due componenti, tra i quali uno sarà presidente. Secondo voci di autorevoli esponenti della maggioranza, il professor Rigano, che in un primo momento aveva escluso un suo nuovo impegno alla guida dell’azienda di via Donegani, avrebbe ora cambiato idea e sarebbe il candidato naturale del sindaco. Depaoli, in continuità rispetto alla scelta di Bianchi che - se si eccettua Legambiente - non aveva particolari colorazioni partitiche, pensa ancora a un Consiglio di amministrazione tecnico. Un Cda che dovrebbe accompagnare l’ultimo anno di amministrazione Depaoli e, soprattutto, risolvere una situazione che inizia a pesare nell’organizzazione dell’azienda. Il direttore generale, ruolo che un tempo era rivestito da Claudio Tedesi, nel frattempo coinvolto in diverse inchieste, è ancora vacante, con una selezione tutt’ora aperta. Identico discorso per il direttore amministrativo (prima era Pietro Antoniazzi, arrestato e condasnnato per il furto di 1,8 milioni di euro) e il responsabile degli affari legali (Marcello Rainò, indagato per il caso della gestione del contratto calore e licenziato dall’azienda). Ma la posizione del Pd sarebbe di sfiducia nei confronti di una nuova nomina tecnica. Per affrontare la situazione - sarebbe il ragionamento dei vertici del partito - servirebbe piuttosto una figura politica. E alcuni nomi di possibili candidati alla presidenza iniziano già a circolare. Ad esempio quelli di Emiliano Scolè, componente del direttivo provinciale e consigliere provinciale con delega al territorio, vicino alle posizioni del senatore Alan Ferrari, di Roberto Calabrò, segretario cittadino del Partito democratico, più “organico” alla componente che fa capo a Daniele Bosone, di Gaspare Di Maria, componente del direttivo cittadino e di Mariangela Ghezzi, avvocato e consigliera comunale ai tempi dell’amministrazione guidata da Piera Capitelli. Domani sera alle 21, dunque, vi sarà un incontro dei consiglieri comunali del Partito democratico. Un primo tavolo di confronto per capire se le posizioni di Depaoli e del partito siano conciliabili.
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