Fico vuole tagliare i vitalizi ex onorevoli pavesi contrari
La comunista Bianchi: «Ci danno dei ladri ma abbiamo lavorato per il Paese» Scotti è pronto a rinunciare. Ercole: «Giusto prendere per quanto versato»
Sandro Barberis / PAVIA PAVIA
I vitalizi dei parlamentari traballano. La delibera del presidente della Camera, il grillino Roberto Fico, punta ad una sforbiciata netta sugli assegni di chi è stato nei banchi di Camera e Senato in passato. Un taglio che fa rumore anche in provincia di Pavia, dove ci sono 23 ex deputati e senatori che incassano l’assegno mensile con il sistema in vigore fino alla legislatura precedente a quella appena conclusa.
Tra i casi sotto la scure ci sono quello del vigevanese Silvio Magistroni e della vogherese Luisella Cavallini, eletti nella Lega Nord e parlamentari per solo due anni: ricevono 3108 euro al mese. Assegni anche per il conduttore televisivo di Miradolo Gerry Scotti, deputato del Psi tra il 1987 ed il 1992, e l’ex ministro dell’Economia da anni residente a Pavia Giulio Tremonti, eletto interrottamente dal 1994 al 2013. Assegno da 2.124 euro anche per i due scrittori vogheresi ed ex deputati Alberto Arbasino (Pri tra il 1983 e il 1987) e Vittorio Emiliani (gruppo misto tra il 1994 e il 1996).
L’imprenditore agricolo di Sannazzaro Giacomo De Ghislanzoni Cardoli per 15 anni è stato deputato di Forza Italia: « Durante quegli anni ho servito la mia zona lavorando per il bene del territorio - ricorda De Ghislanzoni, che riceva circa 4mila euro ancora oggi vengo invitato, come domenica a Robbio per la festa della Croce Azzurra quando era stata realizzata la sede avevo lavorato per far avere fondi dallo Stato. In quegli per mandare avanti la mia azienda agricola, che dirigevo in prima persona, ho dovuto pagare altre persone. Quindi i miei redditi da lavoro si sono ridotti. Ritengo quindi la pensione da parlamentare una compensazione per il servizio svolto, versavo decine di migliaia di euro all’anno».
«Facciano quello che vogliono, ma così insultano un pezzo di storia repubblicana: ci danno dei ladri, quando abbiamo servito e lavorato per il bene comune. Non abbiamo rubato nulla» dice la deputata comunista tra gli anni ’70 e ’90 Romana Bianchi.
Tra chi riceve il vitalizio c’è anche Cesare Ercole, ex sindaco leghista di Broni. Una sola legislatura (2001-2006) per 2mila euro al mese netti: «Sono d’accordo con i tagli, non protesterò se mi taglieranno l’assegno: era anacronistico che i parlamentari avessero una pensione slegata da quanti contributi hanno versato».
D’accordo anche Roberto Scheda, sindaco di Rosasco ed avvocato. Per due anni, dal 1992 al ’94, è stato vicepresidente del Senato. «Già ora faccio beneficenza con il vitalizio e non prendo rimborsi e stipendi nemmeno come sindaco di Rosasco - dice Scheda -. Una maggiore equità nel sistema pensionistico è giusta, però è solo demagogia se si pensa di passare come salvatori della patria con questa delibera. Gli italiani hanno bisogno di ben altro». Tullio Montagna, per cinque anni dal 1996 al 2001 senatore di Rifondazione, non si sente toccato: «Prendo 1000 euro al mese, si parla di abbassarla a 997».
«Non ho ancora fatto i conti», si limita a dire l’ex ministro dell’Economia e accademico a Pavia Giulio Tremonti raggiunto al telefono. Il presentatore Gerry Scotti invece conferma la posizione già presa in passato. «Voglio rinunciare al vitalizio», ha spiegato Scotti. L’ex premier Renzi aveva promesso di interessarsi di persona del caso, ora Scotti si affida al governo Conte per vedersi togliere 1400 € al mese. —
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