Borgo Ticino, boom di iscritti al Grest «Ora il nuovo oratorio»
Quartiere rivitalizzato, la soddisfazione di don Fabio Curti «Punto di aggregazione importante, serve più spazio»
Stefania Prato PAVIA
È soddisfatto il parroco di Santa Maria in Betlem don Fabio Curti. Soddisfatto per quei sessanta tra bambini e ragazzi che hanno deciso di partecipare al grest organizzato dall’oratorio. Fino allo scorso anno si raggruppavano ragazzi anche di altre parrocchie. Ora al centro estivo si sono invece iscritti soprattutto bambini de Borgo. «È importante - spiega il parroco - che i nostri ragazzi abbiano un luogo di riferimento. Per questo si è deciso di riaprire l’ oratorio».
La riapertura del vecchio oratorio è il sogno di tanti borghigiani.
Un sogno che il nuovo parroco intende avverare. Don Curti ha iniziato a guidare questa comunità di 4mila abitanti quattro mesi fa. Quando ha dovuto fare i conti con quegli spazi di via dei Mille, che un tempo ospitavano l’oratorio, chiusi da almeno dieci anni e ormai in pessime condizioni.
Ora gli oltre cento bambini della parrocchia fanno catechismo nell’ex asilo, ma la struttura è inadeguata, «grande e dispersiva». Le aule, dai soffitti troppo alti, impongono costi di riscaldamento elevati.
«E poi l’edificio sarebbe da sistemare», dice il parroco ricordando però il parco che si estende vicino all’ex asilo, «una preziosa area verde che i bambini sfruttano soprattutto nel periodo estivo». E invece il vecchio oratorio consentirebbe di avere a disposizione «spazi adeguati in ogni periodo dell’anno». Don Curti ha già incaricato l’ingegner Luigi Mocchi e l’architetto Gianfranco Bianchi di redigere un progetto per il restauro dell’intero complesso, costituito da una grande sala, da aule, un bar, senza dimenticare l’area esterna, con il campo da calcio.
Interventi che verranno realizzati con risorse della parrocchia. «Un investimento necessario per ridare vita ad un luogo che rappresenta il cuore pulsante di una comunità parrocchiale - dice il parroco -. È un punto di incontro di giovani e anziani che qui possono imparare a conoscersi, capirsi e a convivere. Sappiamo che i tempi sono lunghi - ammette don Fabio Curti - ma vogliamo iniziare». —
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