La Croazia? Più simpatica Pochi pavesi tifano Francia
Il ministro Centinaio: «Meglio che vinca una outsider, ma la politica non c’entra» Il libraio Andrea Grisi: «Io sto con i “Blues”, sono la vera nazionale multietnica»
LUCA SIMEONE PIERANGELO VINCENZI
PAVIA
Prova a smarcarsi, Gianmarco Centinaio, da Matteo Salvini che gufa la Francia in funzione anti-Macron o da chi cerca di mettere la finale dei mondiali di calcio su un piano pericolosamente politico: la Croazia identitaria e bianca, la Francia quasi tutta formata da calciatori figli di immigrati alle ex colonie. In realtà anche il ministro fa parte della nutrita schiera di pavesi che tiferanno Croazia, ma per altri motivi.
«Fin da bambino tifo per la Svezia, avevo il mito dei vikinghi – rivela il ministro dell’Agricoltura e del Turismo – è un Paese che tra l’altro conosco bene, ci sono stato diverse volte. Non vedrò la finale perché sarò a Piacenza per incontrare gli agricoltori, ma spero che vinca la Croazia. Ma non per ragioni politiche, che non mi interessano assolutamente: il calcio è calcio e va tenuto distinto. Tifo Croazia perché il mondiale non l’ha mai vinto, ed è bello che si imponga una outsider».
La simpatia per la Croazia dipende invece nel caso di Ruggero Ravizza dalla sua fede interista: «Ci giocano Perisic e Brozovic, inevitabile tifare per loro, anche se li ho seguiti poco in questo mondiale – spiega il contitolare della Pellicceria Annabella – sarà una finale strana perché si aspettavano altre squadre, ma penso proprio che la vedrò».
Non prende invece parte alla disfida del tifo Corrado Del Bò, professore associato di Filosofia del diritto e autore di diversi libri sul calcio, ultimo dei quali “La partita perfetta”: «Per una volta che siamo esonerati dall’essere tifosi, visto che manca l’Italia, possiamo dire “Vinca il migliore”. Mi è piaciuta l’Inghilterra perché è una squadra giovane, che gioca bene al calcio. Anche la Francia è tra le squadre che hanno espresso un bel gioco, assieme al Belgio, la Croazia nella fase iniziale». Del Bò va controcorrente nel giudizio complessivo sul mondiale russo: «Il livello è stato buono, anche se c’è stato un po’ il ritorno del gioco di rimessa, mentre si è chiusa l’era della Spagna e del possesso palla sterile». C’è stata qualche “partita perfetta”? «Tra quelle che ho visto direi Brasile-Belgio, una gara equilibrata, con occasioni per entrambe e il Brasile che ha avuto anche l’opportunità nel finale di raddrizzare la gara».
In controtendenza il tifo calcistico di Andrea Grisi, socio della libreria “Il delfino” di Pavia: «Tengo per i Blues, per la Francia, che è vittima di un pregiudizio. Perché si tende a confondere i parigini con i francesi. Parigi non è la Francia, è una città stato al pari di altre grandi capitali. Io amo la Francia profonda, la cui ricchezza non smette mai di sorprendermi. E poi tifo Francia per la sua multietnicità».
Il giornalista Gigi Furini: «La fede nerazzurra mi spinge a tifare Croazia, Brozovic e Perisic sono due giocatori formidabili, ma un po’ simpatizzo anche per la Francia che è l’espressione vincente della multietnicità nello sport».
Nina Premasunac, croata della Elcos Broni di basket: «Speriamo di vincere e Ajmo Vatreni, come diciamo noi, cioè forza ragazzi di fuoco». —
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