L'ex vescovo di Mauro nel dossier Viganò: "Rimosso per accuse a sfondo sessuale"
Vigevano, l'ex nunzio apostolico accusa il Papa di avere insabbiato le inchieste contro i preti. La curia di Vigevano: "Si era dimesso per ragioni di salute"
VIGEVANO. C’è anche monsignor Vincenzo Di Mauro, ex vescovo di Vigevano, tra i prelati accusati dall’arcivescovo Carlo Maria Viganò nel suo dossier sugli abusi sessuali compiuti da uomini della Chiesa cattolica. Il dossier è stato reso pubblico attraverso un quotidiano e alcuni blog domenica scorsa. Una decina di pagine che hanno fatto il giro del mondo e che culminano con la richiesta di dimissioni per papa Francesco, accusato di aver insabbiato gli esiti delle inchieste contro il cardinale americano Thedore Edgar McCarrick, dimessosi un mese fa a seguito delle inchieste su presunti abusi sessuali. Viganò è stato nunzio apostolico negli Stati Uniti dal 2011 al 2016.
«Di Mauro allontanato». Il dossier è zeppo di nomi, circostanze e presunte abitudini sessuali dei preti citati. Nel lungo documento, Viganò cita in un passaggio anche il vescovo emerito di Vigevano Vincenzo Di Mauro, che dopo le dimissioni mantiene come unica carica effettiva una delega della Conferenza Episcopale lombarda per il laicato, tempo libero e sport. Contro Di Mauro l’ex nunzio apostolico lancia accuse infamanti a sfondo sessuale, non avallate da denunce formali. Viganò sostiene che Di Mauro fosse stato rimosso dall’incarico di vescovo di Vigevano come conseguenza dei suoi comportamenti.
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La replica di papa Francesco. Le reazioni in merito al documento di Carlo Maria Viganò non si sono fatte attendere: sull’aereo che riportava papa Bergoglio in Italia dopo la visita in Irlanda i giornalisti hanno chiesto un commento al pontefice. «Ho letto quel documento e dirò sinceramente ciò che ne penso – è stata la replica, glaciale, di papa Francesco. – Vorrei che lo leggeste attentamente e deste voi il vostro giudizio». Secondo papa Francesco il giudizio squalificante su quel dossier è insito proprio nei suoi contenuti, legati a un teorema cospirativo e in apparenza riconducibile all’insoddisfazione di Viganò per non aver ricevuto alcun incarico dopo il ritorno dalla nunziatura americana.
Lapidaria la curia vigevanese. «La diocesi non fa commenti – si limita a scrivere da Tel Aviv il portavoce diocesano monsignor Emilio Pastormerlo, impegnato con il vescovo Maurizio Gervasoni in un pellegrinaggio in Terrasanta. – Si affida alle dichiarazioni del Vaticano e conferma la stima e il ricordo per monsignor Vincenzo Di Mauro, dimessosi per motivi di salute». L’addio di Di Mauro alla diocesi vigevanese era arrivato dopo poco più di un anno di mandato episcopale, perché malato di diabete.
Chiesa nel caos. È indubbio che non siano tempi facili per la Chiesa. I tanti scandali per le accuse di pedofilia ai preti hanno da tempo creato un solco tra i fedeli e il clero, al punto che la visita di papa Bergoglio in Irlanda dello scorso fine settimana non è bastata a riportare il sereno nella Chiesa. Carlo Maria Viganò ha chiesto al pontefice di dimettersi: «In questo momento drammatico per la Chiesa universale riconosca i suoi errori e in coerenza con il conclamato principio di tolleranza zero, papa Francesco sia il primo a dare il buon esempio a cardinali e vescovi che hanno coperto gli abusi di McCarrick. Si dimetta insieme a tutti loro».
Secondo il dossier, papa Bergoglio avrebbe coperto il cardinale americano Thedore Edgar McCarrick, colpevole riconosciuto di abusi su seminaristi: lo stesso Viganò avrebbe parlato col pontefice in merito alle accuse di pedofilia e abusi sessuali contro McCarrick non ottenendo altro che l’imposizione da parte di papa Francesco di un regime di ferrea penitenza in attesa del processo canonico. In realtà papa Francesco nel frattempo ha tolto il cardinalato a McCarrick con una decisione senza precedenti nell’epoca contemporanea. —
OLIVIERO DELLERBA
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